Hollande il rosso spaventa i milionari «Tasse al 75%»

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PARIGI — L’elezione presidenziale è — anche — una questione di simboli. E se una delle prime misure decise da Nicolas Sarkozy nel 2007 fu lo scudo fiscale per favorire il capitale e gli investimenti, il socialista Franà§ois Hollande ha deciso di dimostrare chi dei due è davvero il «candidato del popolo»: «Al di sopra di un milione di euro l’anno l’imposizione fiscale dovrebbe essere del 75% — ha detto il favorito nei sondaggi, intervistato sul canale privato Tf1—. Non è possibile avere certi livelli di remunerazione». Hollande ha preso alla sprovvista tutti, compreso il suo consulente di politica economica Jérà´me Cahuzac che nello stesso momento appariva sulla rete pubblica France2, e cadeva dalle nuvole.
«Lo sciocchezzometro funziona a pieno regime», ha commentato il rivale centrista Franà§ois Bayrou. E Nicolas Sarkozy è stato meno fantasioso ma altrettanto duro: «Sono piuttosto costernato per il dilettantismo dimostrato da Hollande — ha detto il presidente-candidato —. Che ne è dell’Europa, della convergenza delle politiche fiscali, con una dichiarazione simile?». Ieri il campo socialista ha avuto modo di spiegare meglio il contenuto della proposta. Non si tratta di strappare ai ricchi i tre quarti dei loro introiti, ma di sottolineare il carattere progressivo della tassazione applicando il 75% solo alla parte di reddito che supera il milione di euro. In sostanza, tenuto conto delle varie voci fiscali, una persona non sposata e senza figli a carico che guadagna un milione e 200 mila euro lordi l’anno dovrebbe pagarne di tasse circa 580 mila, ovvero il 48%.
Una misura che riguarderebbe comunque poche migliaia di francesi (7 mila-30 mila, secondo le stime), non oltre l’1% della popolazione. Ma, appunto, è una questione di simboli. Lo ha spiegato lo stesso Hollande ieri durante la sua visita-maratona al Salone dell’agricoltura, grande rito annuale della Francia produttiva tradizionalmente di destra: «Stiamo parlando di redditi superiori a 100 volte il salario minimo, questo è il momento di dare un messaggio di coesione sociale; i ricchi devono fare uno sforzo, e dare una dimostrazione di patriottismo». Per convincere il «popolo» continuamente evocato da Sarkozy nelle ultime settimane, Hollande non ha esitato a restare ieri per oltre 10 ore tra le mucche e i maiali del Salone, cominciando la giornata con una colazione a base di salumi e bistecca alle 8 del mattino pur di compiacere gli allevatori nostalgici del presidente emerito Jacques Chirac. Un Hollande sempre più di sinistra, proprio come Sarkozy si sposta a destra per svuotare il bacino elettorale di Marine Le Pen.
Oggi sarà  in visita a Londra ma il premier britannico David Cameron — che sostiene apertamente Sarkozy — ha rifiutato di incontrarlo. Lui non sembra dispiacersi troppo: ci sarà  tempo per riconquistare il favore delle cancellerie europee, l’appoggio che conta adesso è quello dei francesi comuni, spaventati dalla crisi e furibondi per le diseguaglianze sociali. E l’ultimo sondaggio di ieri — Hollande vincente al secondo turno su Sarkozy per 58 a 42 — sembra dargli ragione.


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