L’allegra delegazione di russi Missione segreta in Toscana

Loading

MOSCA — Pasqua a Montecatini Terme in albergo a cinque stelle con una frotta di deputati regionali e i loro «cari» al seguito. Viaggio di lavoro, naturalmente; ed è del tutto casuale il fatto che la «missione» si sia svolta proprio sabato e domenica, nel giorno del compleanno dell’anfitrione, il governatore della regione di Volgograd, ex Stalingrado. Quarantasei persone, un volo speciale e lo stesso albergo dove un mese fa aveva soggiornato la première dame Svetlana Medvedeva (18 camere per lei e il seguito, mentre il marito era a Sochi a festeggiare Vladimir Putin con Silvio Berlusconi) ha comunque fatto rumore. Così sono arrivate le precisazioni, che, come spesso accade, hanno peggiorato la frittata. 
Viaggio programmato da tempo, per incontrare personalità  e uomini d’affari italiani in un quadro di sviluppo della regione agricola di cui è fresco responsabile Sergej Bozhenov, è stata la prima versione. Poi però, un solerte funzionario ha pensato bene di aggiungere che ogni deputato ha pagato le sue spese, per un totale di circa 1.800 euro: «Neanche un copeco è uscito dal bilancio regionale». E allora? Strana una missione «di lavoro» a spese proprie. Il blogger Aleksey Navalny si è subito mobilitato e ha chiesto alla procura di indagare per capire da dove siano usciti i quattrini.
Il dubbio di coloro che conoscono bene le cose di Volgograd è che si sia trattato di un viaggio-premio. Un riconoscimento a Bozhenov per il suo ruolo nella rielezione di Vladimir Putin alla presidenza avvenuta il 4 marzo. E un incentivo ai deputati che non hanno accolto bene l’arrivo a febbraio dell’outsider Bozhenov che proveniva da Astrakhan, sul Mar Caspio. Ma andiamo con ordine.
Nella regione di Volgograd il partito di governo Russia Unita era andato malissimo alle elezioni politiche di dicembre, con non più del 36 per cento dei voti. A gennaio è stato silurato il vecchio governatore ed insediato Bozhenov, legatissimo al braccio destro di Putin, Vyacheslav Volodin. Il quattro marzo il candidato Putin ha fatto faville a Volgograd: 63 per cento dei consensi in tutta la regione. Sempre del tutto casualmente, in occasione delle elezioni il 15 per cento degli elettori è stato costretto da vari malanni a votare a domicilio. E qui Putin ha ottenuto addirittura l’85 per cento dei suffragi.
Allora, che sarà  mai un viaggetto a Montecatini Terme di fronte a simili risultati? Nella cittadina toscana, ormai amatissima dai russi, il sindaco vuole mettere le insegne anche in cirillico, per attirare ancora più turisti.
L’allegra brigata di Bozhenov è atterrata con volo privato a Pisa. Un giornalista russo che abita in Toscana è sicuro di aver visto gli ospiti arrivare con ampie riserve di alcool. Certamente doni per i partner di affari e non «materia prima» per i party che si sono svolti nel Grand Hotel Tamerici & Principe, dove ha alloggiato una parte del seguito. Il governatore è invece sceso al Grand Hotel & La Pace Spa, un cinque stelle con 800 mq di zona benessere e suite a 609 euro a notte.
Poi, ieri, il grosso della delegazione ha ripreso l’aereo ed è tornato a Volgograd. Altri invece rimarranno fino al 17 aprile. Qualcuno dice che il loro compito sarà  quello di organizzare in fretta e furia incontri d’affari e meeting politici, per dare una copertura alla scampagnata. Ma i maligni ricordano che domenica prossima, cioè il quindici aprile, ricorre la Pasqua ortodossa, sfasata di una settimana rispetto alla nostra (le feste religiose russe sono regolate ancora dal calendario giuliano). E allora ecco un’altra occasione per festeggiare in allegria, tra idromassaggi, fanghi e bicchierini di vodka.


Related Articles

La Spagna vota per legalizzare il respingimento degli immi­grati

Loading

La Guar­dia Civil respinge gli immi­grati senza pro­ce­dere all’identificazione che esige la nor­ma­tiva internazionale. Una con­dotta tol­le­rata ma, almeno fino a pochi giorni fa, ille­gale

Egitto, ancora piazza Tahrir

Loading

Almeno quaranta le vittime al Cairo degli scontri tra polizia e dimostranti che chiedono la fine della giunta militare

Sono almeno quaranta le vittime dei violenti scontri che da due giorni infiammano l’Egitto. Epicentro della protesta, manco a dirlo, piazza Tahrir, il cuore della protesta al Cairo che, l’11 febbraio scorso, diventò un simbolo mondiale portando alla caduta del regime trentennale di Hosni Mubarak. E’ evidente però, almeno a guardare le immagini degli scontri tra polizia e manifestanti, che con il Faraone (come veniva chiamato con disprezzo Mubarak) non sono finiti i problemi in Egitto.

Paga le tasse per il socialismo

Loading

VENEZUELA. Nonostante le immense riserve di greggio che il paese può vantare, per promuovere il benessere della comunità  il «proceso bolivariano» deve lottare contro l’evasione fiscale e la corruzione. Ma le grandi imprese e i grandi capitali non versano volentieri le imposte dovute

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment