Detenuti: un suicidio ogni 5 giorni, un decesso ogni due

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PADOVA – In meno di quattro mesi sono 20 i detenuti che si sono tolti la vita. Da inizio anno il totale delle morti in cella arriva a quota 57. Questo significa che in carcere avviene mediamente un suicidio ogni 5 giorni e un decesso ogni 2. Lo evidenzia l’Osservatorio permanente delle morti in carcere, che tira un primo bilancio di questo inizio 2012.

L’età  media dei detenuti suicidi è di 35 anni. Tra questi, 6 erano stranieri e 14 italiani. L’ultimo caso è quello di Davor Brletic, 33enne serbo che la scorsa settimana aveva tentato il suicidio, impiccandosi con  un lenzuolo, nel carcere bresciano di Canton Mombello. Dopo alcuni giorni trascorsi nel reparto di rianimazione dell’ospedale Civile di Brescia, è deceduto ieri. Il detenuto più giovane a togliersi la vita è stato Alessandro Gallelli: aveva 21 anni e si è impiccato, usando una felpa come cappio, nel carcere di San Vittore a Milano. Tra le tante storie di disperazione c’è anche quella di Youssef Ahmed Sauri, definito dall’Osservatorio “vittima della legge svuota-carceri”: aveva 27 anni e si è ucciso strangolandosi con una striscia di coperta in una delle “camere di sicurezza” della Questura di Firenze. Era stato arrestato poche ore prima nel Pronto soccorso di Santa Maria Nuova per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Alina Diachuk, 31 anni, è invece una “vittima della legge Bossi-Fini sull’immigrazione”. Ucraina, ha preferito la morte all’espulsione: il 16 aprile in una stanza nel Commissariato di Villa Opicina, frazione di Trieste, si è strangolata con il cordino della felpa, mentre era in attesa degli adempimenti amministrativi.

Dal 2000 a oggi sono 712 i detenuti che si sono tolti la vita. La media è di 58 ogni anno. In totale il conto dei decessi in questo arco di tempo arriva a quota 1.990 (160 di media l’anno). “Nello stesso periodo nelle carceri della Turchia, dove sono richiusi circa 100mila detenuti, i decessi sono stati poco meno di 1.000” spiega l’Osservatorio citando dati del Consiglio d’Europa. “Un raffronto – aggiunge – che la dice lunga sulle attuali condizioni detentive nelle carceri italiane”. (gig)

 

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