Una vita passata tra le polizze chi è il nuovo top manager del Leone

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MILANO – Grande determinazione, volontà  di ferro, napoletano di nascita appassionato di bici, 53 anni tra pochi giorni, laurea a Roma e master negli Usa, Mario Greco torna dunque a dirigere un grande gruppo italiano. Era dall’ottobre 2007 che il top manager si era trasferito alla Zurich, diventando nel 2010 Ceo “General insurance”. Un ruolo strategico, con una visione a 360 gradi e in giro per il mondo sei mesi all’anno. 
La sua storia professionale si muove tutta nel settore delle polizze, da cui parte fin dagli esordi in McKinsey, già  in quella sede partner leader per il settore assicurativo. Poi, nel ’95, l’approdo al gruppo Ras, direttore generale sinistri prima, amministratore delegato tre anni dopo e fino al 2005. Un periodo importante per Greco come manager e per la Ras (allora quotata), che in quegli anni visse una stagione di grande sviluppo, passando da una raccolta premi di 10,8 miliardi a oltre 16 miliardi di euro, e un utile netto salito dai 383 milioni del 2000 ai 691 del 2004. Alla fine dello stesso anno Greco entra nel Comitato direttivo di Allianz, il gigante tedesco che controlla Ras, con la responsabilità  per l’Europa meridionale.
Ma da lì a poco il top manager sceglie di cambiare direzione e rispetto a Monaco preferisce piuttosto andare a Torino, alla guida di quel costituendo polo che si sarebbe chiamato Eurizon: una holding a tre gambe, su cui all’epoca il Sanpaolo puntava molto. Era il progetto che vedeva insieme il risparmio gestito come fabbrica prodotto, la banca-rete di Fideuram e la gamba assicurativa. Erano ancora i tempi di Enrico Salza, di Alfonso Iozzo e di Pietro Modiano: era la banca grande ma non grandissima, che non aveva ancora consumato il matrimonio con Intesa. E pensava di creare un gigante nazionale di fondi e polizze, con promotori per vendere entrambi i prodotti e pronto alla quotazione. Per realizzare il progetto era stato chiamato Greco ma sulla strada verso Palazzo Mezzanotte irruppe con forza devastante la fusione tra Torino e Milano. Con un ridisegno di pesi ed equilibri tra le varie componenti di business – e di azionisti – che alla fine hanno visto soccombere il vecchio progetto di quotare Eurizon. Al punto che proprio l’allora presidente delle Generali, Antoine Bernheim, aveva definito Eurizon «un grosso problema». Immediata la risposta di Greco: «Credo che abbia parlato da concorrente e non da azionista». 
Però di lì a poco il manager approda alla Zurich. Ora la rivincita, proprio a Generali, dove peraltro incontrerà  nuovamente il suo braccio destro in Ras, Paolo Vagnone.


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Per gli enti locali serve la Cassa

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Dal 2013 il patto di stabilità  interno diventa ulteriormente rigido, sotto la gabbia imposta dal Fiscal Compact, e con la sua estensione anche ai comuni sotto i 5.000 abitanti. È l’ultimo atto di una continua serie di attacchi agli enti locali e al loro ruolo, attuata scientificamente da anni in nome della necessità  di contenere la spesa e controllare l’aumento del debito pubblico.

Tasse e bus, stangata a Milano

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MILANO — La prima «botta» arriverà  di ritorno dalle ferie. Da settembre il biglietto per tram, bus e metrò costerà  un euro e mezzo. Un aumento secco del cinquanta per cento. La seconda «stangata» si nasconderà  tra le pieghe della busta paga. L’addizionale Irpef dello 0,2 per cento picchierà  però solo dai 33 mila e 500 euro di reddito in su. La Milano di Pisapia alle prese con i buchi di bilancio (il deficit ereditato dalla giunta Moratti sfiora i 200 milioni, giurano i nuovi inquilini di Palazzo Marino) e coi tagli in arrivo da Roma, cento milioni in meno in cassa a partire dal prossimo anno.

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