Patto segreto Fonsai, indagato Nagel

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MILANO â€” Lascia la sede del Nucleo di polizia tributaria della Finanza dopo sei, lunghissime ore di interrogatorio. L’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, era stato iscritto nei giorni scorsi nel registro degli indagati per ostacolo all’attività  degli organi di vigilanza nell’ambito dell’inchiesta sul gruppo Ligresti. E ieri, davanti al pubblico ministero Luigi Orsi, ha dovuto rispondere ai chiarimenti chiesti dalla procura sul presunto accordo che sarebbe stato siglato con Salvatore Ligresti, per garantire all’ex patron di Fonsai e ai suoi figli una buonuscita milionaria. L’intesa avrebbe garantito alla famiglia siciliana circa 45 milioni di euro, una quota pari al 30 per cento di Premafin, la garanzia di un ruolo manageriale per Paolo Ligresti in un gruppo svizzero, capitali in una banca di Montecarlo per Giulia, altro denaro per Jonella, aiuti a una fondazione benefica e altri benefit minori.
Un accordo sempre smentito da Mediobanca e Fonsai, dichiaratesi sempre all’oscuro di eventuali intese segrete. E a fine interrogatorio anche dallo stesso Nagel: «In data 17 maggio 2012, su richiesta di Jonella Ligresti, ho siglato esclusivamente per presa di conoscenza, la fotocopia di un foglio di carta dalla stessa manoscritto che riportava un elenco di desiderata della famiglia Ligresti». Escludendo implicazioni per l’operazione con Unipol. A rivelare l’esistenza di un accordo segreto al pm Luigi Orsi sono stati Paolo e Jonella Ligresti, interrogati nelle scorse settimane in procura. Svelano che a custodirlo nel proprio studio è l’avvocato Cristina Rossello, segretario del patto di Mediobanca, ma anche legale di Jonella in un procedimento fiscale. La Finanza si muove subito e sequestra nello studio della professionista il presunto accordo, due paginette scritte a mano su cui però non ci sono firme. Per risolvere il “giallo” sull’intesa segreta, viene convocata in procura proprio Rossello. Sarebbe stata lei a confermare indirettamente l’esistenza del patto in un colloquio privato con Jonella Ligresti, che avrebbe registrato di nascosto la conversazione. Poi è toccato a Nagel, ieri, presentarsi negli uffici del Nucleo di polizia tributaria per dare la propria versione sull’intesa da oltre 45 milioni a favore dei Ligresti. Un accordo, che se fosse provato, configurerebbe il reato di ostacolo all’attività  di vigilanza: sarebbe stato occultato alla Consob un accordo rilevante ai fini dell’esenzione di Unipol dall’obbligo dell’Opa su Fonsai, subordinata proprio all’assenza di premi per i Ligresti. Alla famiglia siciliana, infatti, non sono stati concessi neppure il diritto di recesso e la manleva, previsti in un primo accordo. L’avvocato di Nagel, Mario Zanchetti, ha annunciato che presenterà  a breve un’istanza di archiviazione.
Ora, dopo le sei ore di interrogatorio all’ad di Mediobanca, l’inchiesta potrebbe riservare altre sorprese. L’accelerazione del pm Orsi potrebbe portare a una nuova serie di audizioni, come quelle dell’ad di Unipol, Carlo Cimbri, e quello di Unicredit, Federico Ghizzoni,
altri protagonisti dell’operazione Unipol-Fonsai. Colloqui che potrebbero dare alla procura i tasselli mancanti per ricostruire la verità  sull’intera operazione. La procura sta valutando anche la posizione di Cristina Rossello, e non è escluso che possa essere nuovamente sentita.


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