Rate Imu, alimentari, caro trasporti “Nel 2012 spesi 2300 euro in più”

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ROMA — Il borsino dei rincari non va mai in vacanza. Secondo gli ultimi aggiornamenti, effettuati da Federconsumatori e Adusbef, quest’anno le famiglie italiane pagheranno 2.333 euro in più, a causa di prezzi, tariffe, nuove e vecchie tasse, slittati pericolosamente in avanti. Un salasso che pesa «quasi la metà  di quanto un nucleo spende per gli alimentari in dodici mesi in base ai dati Istat», riferiscono le associazioni dei consumatori. E che porterà  il tasso di inflazione «ad un 5,5-6 per cento». A guidare gli aumenti, troviamo l’Imu, seguita da carrello della spesa, benzina e riscaldamento. «La crisi mette in difficoltà  sei italiani su dieci (il 61 per cento) che non dispongono di un reddito adeguato, ma c’è addirittura un 6 per cento che non riesce mai ad arrivare a fine mese», aggiunge la Coldiretti. Solo il comparto trasportiauto pesa per il 23 per cento sul totale degli aggravi. Tra bus (48 euro), treni (81), benzina comprese le accise regionali (276), assicurazione (78), tariffe autostradali (53) siamo a 536 euro in più da spendere. Il blocco “casa” vale il 61 per cento, ovvero 1.423 euro extra. E dentro c’è l’essenziale della vita quotidiana: Imu (405), cibo (392 euro), riscaldamento (195), detersivi e prodotti vari (123), gas (113), elettricità  (110), rifiuti (63), acqua (22). Il restante 26 per cento, cioè 374 euro di ulteriori aumenti, si divide tra servizi bancari, mutui e bolli (93 euro), addizionali comunali e regionali (150), corredo scolastico con i libri (53) e la spesa per professionisti e artigiani, come idraulici, tecnici, avvocati, commercialisti (78). «Aumenti insostenibili che determineranno pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie e sull’intera economia », commentano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. «È dunque ora di puntare sul rilancio: ripresa della domanda di mercato, liberalizzazioni e investimenti per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico». Il conseguente «drastico calo dei consumi» riguarderà  anche l’alimentazione, sottolinea Coldiretti, «con una riduzione stimata tra l’uno e il due per cento negli acquisti in quantità ». Per tagliare la spesa, secondo l’organizzazione degli imprenditori agricoli che ha realizzato una ricerca ad hoc con la Swg, «ben il 62 per cento degli italiani sono costretti a fare lo slalom tra gli sconti, a caccia di offerte nelle corsie dei supermercati, più che in passato, mentre circa la metà  dei consumatori fa addirittura la spola tra diversi negozi per confrontare i prezzi più convenienti ». Cresce, intanto, il numero di quanti comprano prodotti locali (40 per cento). «Con un balzo record del 23 per cento nel primo semestre degli acquisti fatti direttamente dal produttore».


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