Francia, Villepin fermato e interrogato

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PARIGI — Sette ore di fermo, un interrogatorio come tanti altri, ma una nuova umiliazione per Dominique de Villepin, ancora alle prese con la giustizia dopo essere stato assolto definitivamente nel processo Clearstream. Stavolta, però, non si tratta di un caso politico: sull’ex primo ministro pesano i sospetti di aver fatto pressione su alcuni dirigenti d’impresa per salvare da un procedimento giudiziario un amico. Fatti che in ogni caso non sono legati ai suoi incarichi istituzionali. Ma per Villepin, che respinge tutte le accuse, si tratta pur sempre di una situazione mortificante.
All’origine del fermo c’è un’inchiesta che riguarda Régis Bulot, ex presidente dell’associazione “Relais & Chà¢teaux”, che raggruppa alberghi e ristoranti di lusso. Bulot è un amico di Villepin ed è sotto inchiesta per truffa e appropriazione indebita. In sostanza, è accusato di aver messo in piedi un sistema di false fatture a suo favore e di aver ospitato gratuitamente politici e amici. L’ex primo ministro è entrato indirettamente nelle indagini: gli inquirenti hanno intercettato una telefonata tra Villepin e Bulot nella quale il primo assicurava di aver «messo paura» ai nuovi dirigenti di “Relais & Chà¢teaux”: «Ho fatto capire che non hanno interesse a far uscire la storia». All’epoca
Villepin non aveva più incarichi istituzionali, ma poteva sfruttare la sua qualità  di uomo pubblico. Cosa che lui ovviamente nega.
Dopo sette ore di interrogatorio in stato di fermo, secondo una procedura usuale Oltralpe, Villepin è uscito libero. Sarà  probabilmente ascoltato di nuovo, nelle prossime settimane, dal giudice istruttore di Strasburgo che indaga sulla vicenda. Mesi addietro, sua moglie è stata interrogata come testimone su un soggiorno effettuato nel 2005 in un albergo della catena alla Martinica. Ma a pesare su Villepin sono soprattutto le dichiarazioni di Jaume Tà pies, attuale presidente di “Relais & Chà¢teaux”, che ha confermato ai poliziotti le pressioni dell’ex primo ministro: «Mi ha detto di aver contattato i suoi amici gendarmi a Strasburgo, secondo i quali il dossier era vuoto, non c’era niente. Mi ha ricordato che mettevo in pericolo la mia carriera professionale». Un intervento per un amico, insomma, che potrebbe però costargli caro.
Niente a che vedere con la lunga e dolorosa inchiesta sull’affare Clearstream, che ha seriamente azzoppato la carriera dell’ex primo ministro. In quel caso, venne accusato di aver utilizzato una falsa lista di conti bancari in Lussemburgo per stroncare l’ascesa del suo grande rivale a destra, Nicolas Sarkozy. Villepin è stato assolto in primo e secondo grado. Ciò nonostante, la sua carriera politica è seriamente compromessa da tempo: senza veri sostegni a destra, l’ex premier ha dovuto rinunciare a una candidatura all’Eliseo. E nessun osservatore è disposto a scommettere su un suo rientro nell’arena politica.


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