Perché oggi in India si sciopera

Loading

Oggi in India è stata indetta una giornata di sciopero nazionale contro una proposta di riforma del commercio fatta dal primo ministro Manmohan Singh e che prevede la liberalizzazione della grande distribuzione nel paese. Lo sciopero è stato organizzato dai partiti di opposizione al Congresso Nazionale Indiano (primo fra tutti Bharatiya Janata Party, il partito del popolo fortemente nazionalista) e dai sindacati riuniti nella Confederation of All India Traders (CAIT) cui aderiscono circa 50 milioni di persone. Alla protesta hanno deciso di partecipare i piccoli commercianti, ma anche gli autisti degli autobus e dei mezzi di trasporto pesanti contro l’aumento previsto del 14 per cento del prezzo del gasolio.

Si stanno svolgendo manifestazioni nelle principali città  del paese (Nuova Delhi, Patna, Allahabad e Varanasi), sono stati bloccati i binari del treno negli stati del nord Uttar Pradesh e Bihar e molte multinazionali hanno sospeso per oggi le attività  temendo episodi di violenza. E il Trinamool Congress, partito che fa parte della coalizione di governo ma che non condivide la proposta di riforma, ha annunciato per domani il ritiro del sostegno in Parlamento e le dimissioni di sei ministri.

sciopero India sciopero India sciopero India sciopero India sciopero India
sciopero India sciopero India sciopero India sciopero India sciopero India

La riforma del commercio era già  stata avanzata lo scorso anno, nel dicembre 2011, ma era poi stata bloccata dai partiti di opposizione e dalle proteste popolari. La proposta prevedeva che le grandi multinazionali potessero acquisire la maggioranza (il 51 per cento) dei principali centri di distribuzione e che potessero vendere direttamente ai consumatori indiani: fino a ora era invece previsto che i centri di distribuzione potessero vendere solo ai commercianti al dettaglio. Il primo ministro Manmohan Singh ha riproposto il testo con qualche lieve modifica (spostando la soglia dal 51 al 49 per cento), sostenendo che tali riforme sono necessarie per rilanciare un’economia in forte rallentamento. Secondo gli organizzatori dello sciopero, però, facilitare l’entrata nel Paese delle multinazionali porterà  presto alla distruzione di un tessuto economico e sociale composto soprattutto da piccoli commercianti che rischiano dunque di sparire.


Related Articles

Fonsai dice sì a Unipol e anche a Sator

Loading

Concambi “iniqui” ma si vada avanti con Bologna. Offerta Arpe migliore, da trattare

Tabacco, sentenza record Dal gigante delle sigarette 19 miliardi a una vedova

Loading

Il marito della donna era morto a causa del troppo fumo. Il gigante del tabacco BJ Reynolds produce tra l’altro le Camel e le Lucky Strike

Più libertà  per chi ricorre ai contratti a tempo così Fornero cambierà  la riforma del lavoro

Loading

«So che non vi è piaciuta, ma se ci sono cose che non vanno si possono cambiare»: il governo apre alla possibilità  di introdurre modifiche alla riforma del lavoro. Ieri il ministro Fornero lo ha detto chiaro e tondo alla platea dei giovani industriali, ma in realtà  è da un po’ che Palazzo Chigi ha preso in considerazione l’ipotesi di metter mano ad alcuni punti della nuova legge che regola l’entrata e l’uscita dal mercato del lavoro.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment