“Basta scuole d’élite, il futuro sia per tutti”

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LONDRA — Forse sarà  un esame di maturità  a far tornare i laburisti al potere. Ed Miliband, 43enne leader del partito, lo ha offerto al congresso annuale del Labour e al paese intero come prova della sua determinazione a sconfiggere l’elitarismo, per fare della Gran Bretagna «una nazione sola», anziché una nazione divisa in «banchieri» (metafora di ricchi) da una parte e il resto della popolazione dall’altra. E a questo scopo ha promesso una riforma dell’istruzione media superiore, per introdurre un esame di «baccalaureato» uguale per tutti, simile al nostro esame di maturità  liceale, che riqualifichi la scuola di stato e dia speranze di buone università  e posti di lavoro anche a chi non ha i soldi per iscriversi ai costosi college privati.
Miliband ha toccato una corda sensibile nell’animo (e nel portafoglio) dei suoi compatrioti. Solo il 7% dei britannici mandano i figli alle scuole private (retta annuale: l’equivalente di 30mila euro), da cui però esce il 40-50% degli avvocati, dei medici, dei manager, insomma della classe dirigente e benestante. Un’ingiustizia sociale a cui il leader laburista vuole porre rimedio, se nel 2015 (o nel 2014, se come pare probabile le elezioni verranno anticipate) riconquisterà  Downing street.
«Sono figlio di immigrati ebrei fuggiti dal nazismo», dice Miliband al congresso riunito a Manchester, «ho frequentato le scuole statali del mio quartiere e sono quel che sono grazie alla mia famiglia e ai magnifici insegnanti che ho avuto»: uno dei quali, invitato in platea, sorride ai ringraziamenti dell’ex-alunno. «Ogni giovane dovrebbe pensare di potere fare carriera, di avere un futuro », prosegue il leader della sinistra britannica, «non solo i pochi privilegiati»: un’allusione a David Cameron, al ministro del Tesoro Osborne e ad altri dirigenti del partito conservatore, usciti come il premier da una scuola privata quale Eton e da un’università  come Oxford, insomma dall’istruzione dell’elite. Naturalmente anche Miliband ha fatto ottime scuole: Cambridge e la London School of Economics, dopo le medie statali ricordate nel suo discorso. E, pur figlio di immigrati, è cresciuto in un ambiente privilegiato anche lui, suo padre è stato uno storico e docente universitario (marxista, amico del grande Eric Hobsbawm scomparso questa settimana). Ma ha ugualmente un’immagine diversa da quella dei conservatori, un cui ministro è stato accusato nei giorni scorsi di chiamare «plebei» i poliziotti di guardia a Downing street e il cui premier è considerato dagli stessi Tories «un rampollo posh che non sa nemmeno quanto costa un litro di latte».
Il problema di Miliband è che, mentre il Labour è largamente in testa nei sondaggi come partito, lui ancora non convince come futuro primo ministro: solo il 20% degli elettori si fiderebbe di dargli l’incarico. Con il disinvolto e appassionato discorso di ieri, parlando a braccio per un’ora, ricordando «chi sono e da dove vengo», Miliband spera di convincere gli scettici. E rilanciando la «scuola per tutti», non solo per l’elite, promette di portare un po’ di egualitarismo in una società  ancora profondamente classista.


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