Tagli all’università , soldi per Tav e F35

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Un finale da farsa. Perchè sul filo di lana il governo dei professori si è accorto di avere inserito un taglio di 400 milioni di euro al fondo ordinario di finanziamento (Ffo) dell’università  nella prima versione della legge di stabilità . E, come se nulla fosse, con grande allarme e un pizzico di indignazione, a un passo dal fotofinish il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo denuncia il fattaccio: «Sono estremamente preoccupato dell’andamento dei lavori in commissione bilancio , rispetto ai 400 milioni necessari per il funzionamento e la tenuta del sistema universitario, la disponibilità  è di soli 100 milioni».
C’è da giurare che non mancheranno sorprese nei pochi giorni che ci separano dalla fine della legislatura, ma il rischio è grave. Profumo ammette che il taglio che oggi il suo governo considera un figlio di nessuno «finirà  con il mandare in default più della metà  degli atenei».
In poche ore l’allarme è diventato generale. La Conferenza dei rettori è entrata in fibrillazione. In una lettera sottoscritta dal Cun e dagli studenti del Cnvsu sostiene che il taglio « provocherà  una crisi gravissima ed irreversibile per il sistema universitario» e chiede al Senato di ripristinare i fondi necessari per la sopravvivenza degli atenei sottofinanziati.
Al capezzale del malato sono accorsi il Pd (con Manuela Ghizzoni e Antonio Rusconi) insieme a un più critico Di Pietro: «Quelle di Profumo sono lacrime di coccodrillo». Vendola ha sollecitato il parlamento a raccogliere «l’appello di assoluto buon senso» di Profumo e a destinare all’università  i fondi di tre caccia F35.
Ma perchè il governo non ha denunciato prima il taglio contenuto da tempo nella sua legge di stabilità ? Gli studenti della Rete della Conoscenza, insieme ai dottorandi dell’Adi, hanno fornito una spiegazione più che convincente. I 400 milioni sono l’ultima tranche dei tagli di Tremonti e Gelmini che i professori al governo non hanno mai messo in discussione. Fino ad oggi è rimasto invisibile perchè, furbescamente, Tremonti lo ha nascosto con alcune risorse aggiuntive con vincoli di destinazione: 24 milioni di euro per gli assegni di ricerca, 1,65 miliardi per personale e spesa corrente, 120 milioni per i dottorati e un fondo di 400 milioni una tantum per l’Ffo del 2010.
Oggi questi soldi non ci sono più. Per questo Rusconi del Pd ha presentato un emendamento alla legge di stabilità  in cui chiedeva al governo di trovare i 400 milioni mancanti. Scatenando il panico nel parlamento.
Secondo una proiezione della Flc-Cgil i fondi all’università  sono diminuiti da 7.418 miliardi di euro del 2008 a 6.457 miliardi del 2013, un taglio netto del 12,95%, pari a circa 960 milioni di euro. Bisogna inoltre considerare che nel trennio 2008-2010 i fondi erogati dal governo agli atenei sono sempre stati inferiori rispetto a quelli stabiliti sulla carta. I governi hanno praticato un’«auto-riduzione» che va dall’1,75% del 2008 al 2,97% del 2010.
Non bisogna nemmeno dimenticare i tagli al diritto allo studio (passato da 151 milioni del 2008 ai 77 del 2013) e agli alloggi per studenti (da 31 milioni del 2008 a 18.660 del 2013). Gli atenei sono stati costretti ad aumentare le tasse del 75%, sostengono gli studenti dell’Udu.
Un particolare, non irrilevante, può essere utile per capire che la smemoratezza del governo è uno degli esempi di una doppia morale. Mentre Profumo denunciava il taglio di 400 milioni, il suo governo ha aumentato di 9,2 milioni di euro i contributi statali alle università  private (da 79,5 a 88,7 milioni), in particolare quelle dove insegnano alcuni suoi illustri componenti.
Alla Cattolica guidata fino a pochi mesi fa dal ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi andranno 3,3 milioni in più (da 36,8 a 40,1 milioni). Alla Bocconi di Mario Monti toccherà  un bonus di 1,4 milioni, mentre alla Luiss dove il ministro della Giustizia Paola Severino ha ricoperto la carica di vice-rettore andranno 700 mila euro in più (da 4,8 nel 2011 agli attuali 5,5 milioni).
L’aumento del contributo statale è stato giustificato perchè questi atenei hanno abbassato le rette per gli studenti bisognosi. Lo Stato provvede alla differenza e ammortizza i costi dei privati. Lo strano caso dei professori al governo diventa ancora più grave se si considera che nella legge di stabilità  sono stati messi a bilancio due miliardi di euro in 13 anni per la costruzione della Tav Torino-Lione.
Solo per il 2015 gli stanziamenti vengono aumentati di 150 milioni (da 530 a 680) e ne stanzia altri 150 all’anno dal 2016 al 2029. Stesso discorso per i 12 miliardi di euro per i caccia F35. Anche il futuro della ricerca e dell’istruzione passa dalle grandi opere e dalle imprese militari, le uniche a garantire l’innovazione e gli investimenti in «capitale umano».


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Che perciò guarda molto più in là  delle prossime elezioni, preoccupandosi di lasciare in eredità  al Paese riforme che daranno i loro frutti fra cinque, dieci, anche vent’anni.

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