Quell’«ambasciata» nelle Fiji e l’esosa diplomazia europea

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Questo è stato, a fine novembre, il penultimo documento o atto ufficiale compiuto dall’«ambasciata» Ue per il Pacifico. L’ultima comunicazione, datata 6 gennaio, riprende invece la notizia diramata quasi un mese prima, il 10 dicembre 2012 a Bruxelles e in tutto il mondo, sulla destinazione del premio Nobel per la pace concesso alla Ue.
Chissà  se si parlerà  anche di questo, al vertice che da oggi a Bruxelles dovrebbe decidere come spendere meglio i soldi dei cittadini europei. Gli auguri al presidente di Palau sono solo un piccolo esempio. La Ue ha 500 milioni di abitanti. Palau 20.900, dispersi su 258 isolette del Pacifico occidentale, con nomi come Ngerulmud o Babeldaob: una «repubblica inimitabile», secondo la guida Lonely Planet, «uno dei luoghi più spettacolari al mondo per tuffarsi nel mare…». L’«ambasciata» Ue che copre quella fetta di Oceano ha la sua sede centrale nelle isole Fiji, e una vasta competenza geografico-diplomatica: per esempio sul regno di Tonga, le Samoa o Pitcairn (50 abitanti discendenti dagli ammutinati del «Bounty», la comunità  umana più piccola e isolata del mondo). Ha 34 dipendenti (c’è anche un italiano), fra cui 2 autisti, e costa ogni anno 3,2 milioni di euro, di cui 2 milioni in stipendi. Ci sono 140 «ambasciate» Ue come questa nel mondo, con migliaia di dipendenti, da Barbados a Mauritius o Papua Nuova Guinea. E in Paesi che quasi sempre hanno già  le loro ambasciate in quelli europei. Tutto ciò si chiama Eeas, «Servizio di azione esterna europea». Nel 2012, ha ricevuto dalla Ue come contributo per le spese 455.226.425 euro. Solo per l’«addestramento», 1.217.000 euro, giustificati in parte come «rinfreschi e cibo». Mentre 438 mila euro sono stati destinati ai «contatti sociali fra i membri dello staff». E 7.723.305 alle missioni di lady Catherine Ashton, il ministro degli esteri, e dei suoi inviati. Per gli euroscettici, in prima fila i britannici che chiedono i tagli più severi al bilancio Ue, è uno spreco che grida vendetta: per giunta da imputare in gran parte alla lady loro concittadina. Per altri, l’Eeas è solo un necessario investimento diplomatico e politico-economico.
Già  lo stipendio annuo della signora Ashton è sempre stato oggetto di polemiche: da 250 mila a 328 mila euro, a seconda delle fonti ballerine, e secondo i soliti euroscettici è già  più di quanto guadagni Barack Obama. Per non parlare dei costi della nuova sede in affitto che ospita a Bruxelles il quartier generale: gratuita finora, da quest’anno costerà  circa un milione al mese.
Luigi Offeddu


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