Ue, forti differenze tra salari: per le donne 59 giorni in più di lavoro gratis

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ROMA – Cinquantanove giorni in più. Questo è quanto le donne lavorano gratis se si compara la loro retribuzione media con quella degli uomini nell’Unione Europea. Per questo, proprio il cinquantanovesimo giorno dell’anno, che cade oggi – 28 febbraio – l’Ue celebra la terza giornata mondiale per la parità  retributiva. La differenza dei salari di uomini e donne, secondo le ultime cifre della Commissione relative al 2010, è del 162 per cento. In Italia il gap fra la retribuzione media dei due generi è minore, ma resta comunque del 53 per cento.
Eppure ci sarebbe una direttiva in vigore, che dovrebbe impedire tali sproporzioni retributivi. La Commissione si è impegnata a pubblicare, per l’estate, un rapporto sull’attuazione di tale direttiva e ha messo in piedi un progetto, “L’uguaglianza paga”, che dovrebbe incoraggiare le imprese a rendersi conto dei benefici economici di un maggiore impiego della forza lavoro femminile e ad affrontare il problema spinoso del divario retributivo attraverso una maggiore informazione, una migliore formazione degli imprenditori e l’organizzazione di appositi eventi che mostrino le buone pratiche già  esistenti.

Il 162 per cento registrato nel 2010 rappresenta un lieve calo rispetto a cifre superiori al 170 per cento degli anni precedenti ma, come dice la vice presidente della Commissione Europea Viviane Reading “ciò è dovuto più che altro al fatto che gli uomini, a causa della crisi economica, vengono pagati meno e non al fatto che i salari delle donne siano cresciuti. Se vogliamo raggiungere il 7 per cento di occupazione, come previsto dalla strategia Europa 2020, una maggiore apertura del mercato del lavoro alle donne è imprescindibile”, ha sottolineato la Reading.

Fra le buone pratiche individuate dal progetto della Commissione, si può citare l’esempio della lituana Omnitel che ha sviluppato un ambiente di lavoro in cui si tenga conto delle esigenze familiari, facilitando così la possibilità  per le donne di conciliare vita professionale e privata e, di conseguenza, permettendo loro di raggiungere ruoli manageriali in precedenza riservati quasi esclusivamente agli uomini.
O ancora l’IBM, che in Germania offre alle studentesse in telecomunicazioni e alle dipendenti più giovani corsi, anche a distanza, per consentire loro di fare strada più velocemente nel settore ICT. (Maurizio Molinari)

 

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