«Merkel egoista» Vacilla l’asse tra Parigi e Berlino

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PARIGI — I disoccupati francesi non sono mai stati così tanti (tre milioni e 200 mila, battuto il record del 1997), il rapporto tra debito pubblico e Pil è 3,7% (fallito l’obiettivo europeo del 3%), la crescita è zero e la recessione vicina, e di chi è la colpa? Della Germania, anzi della cancelliera Angela Merkel.
Con toni senza precedenti dopo la fine della Seconda guerra mondiale, quando l’Europa si risollevò fondandosi sulla nuova amicizia franco-tedesca, il partito socialista al governo a Parigi accusa apertamente Berlino di essere corresponsabile della crisi economica. Come fanno Alba Dorata in Grecia, o gli euroscettici di tutto il continente.
Mentre il presidente Hollande il 28 marzo scorso in televisione parlava ancora di «tensione amichevole», il documento sull’Europa reso noto venerdì dal Ps denuncia «l’intransigenza egoista» di Angela Merkel in una prima versione, poi relativamente addolcita ma con un appello finale all’«affrontamento democratico con la Germania». La terza carica dello Stato, il presidente dell’Assemblea nazionale Claude Bartolone, rivendica per la Francia il ruolo di capofila «di quanti pensano che l’Europa non possa essere solo il rigore economico» incarnato dalla Merkel. «Hollande la chiama tensione amichevole, io tensione e basta e, se necessario, conflitto (naturalmente politico, ndr)».
È una retorica antitedesca che finora era stata accuratamente evitata, anche se non è un mistero che Franà§ois Hollande e Angela Merkel non si amano e che hanno da sempre una visione opposta: eurobond, stimoli alla crescita ma cautela sull’unione politica il primo, nessuna mutualizzazione del debito, austerity e prospettiva federale la seconda.
Quindi, perché accusare la Merkel adesso, a pochi mesi dalle celebrazioni per il cinquantenario del Trattato dell’Eliseo che sigillò un patto eterno? Perché in Francia il senso di impotenza si fa insopportabile, visto che per almeno tutto il 2013 la disoccupazione crescerà  ancora e non ci sono segni di un rilancio della competitività . Hollande pazienta, in attesa che le elezioni di settembre in Germania portino al potere un cancelliere socialdemocratico (Peer Steinbrà¼ck) o più probabilmente confermino una Merkel più malleabile una volta incassata la rielezione. Ma se Hollande è prudente la sua maggioranza scalpita, chiede una svolta, un rimpasto di governo per abbandonare l’austerity «imposta dalla Germania».
L’opposizione di centrodestra si dissocia, l’ex premier Franà§ois Fillon in visita a Berlino lamenta che «i rapporti sono al minimo», il commissario europeo Michel Barnier parla di «attacchi insensati» contro Angela Merkel e il padre nobile dell’Ump, Alain Juppé, dalla prima pagina di Le Monde denuncia il «pericolo mortale di un conflitto con Berlino».
Il premier Jean-Marc Ayrault ieri ha ribadito — in tedesco, su Twitter — che «l’amicizia franco-tedesca è indispensabile»: un primo ministro costretto a ripetere un’ovvietà  mai messa in discussione prima d’ora. Brutto segno.
Stefano Montefiori


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