Resa dei conti per i Cinquestelle Ma i «ribelli» frenano sulla scissione

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MILANO — Con il fiato sospeso. Così i Cinque Stelle affrontano l’assemblea in programma oggi per sancire l’iter d’espulsione nei confronti di Adele Gambaro. Un finale thrilling, degno di un giallo. E i colpi di scena potrebbero non mancare. A partire proprio dal luogo (virtuale) del «delitto»: nelle ultime ore è spuntata l’idea — che sarà dibattuta dai pentastellati — di trasmettere la riunione in streaming, visibile a tutti, per «mettere ognuno di fronte alle proprie responsabilità», come sostengono fonti vicine al Movimento. Una strategia che potrebbe scoraggiare chi aveva in mente gesti eclatanti o toni un po’ sopra le righe. «Ci siamo battuti per la trasparenza? — dicono nel Movimento —. Allora a maggior ragione la trasparenza ci deve essere in un momento come questo».
Ieri giornata di contatti frenetici. I cinquestelle nelle loro discussioni telematiche si sono ricompattati: nemico comune i media. Alcuni senatori, accusati di far parte del gruppo dei dissidenti, intervengono anche sul blog di Beppe Grillo — con un post intitolato «La stampa fa schifo» —: «È evidente che la campagna mediatica in atto — scrivono — è tesa a minare le fondamenta del Movimento al quale si lascia spazio solo per sterili polemiche anziché informare circa il buon lavoro svolto in Parlamento». Per i possibili nuovi gruppi autonomi, però, si manifesta l’interesse del mondo politico. A partire proprio dagli ex, come l’espulso Antonio Venturino. «Il mio invito — afferma il vicepresidente dell’Ars — è rivolto soprattutto ai portavoce di Camera e Senato, di non cedere alle lusinghe di un centrodestra o un centrosinistra che abbiamo tutti avversato perché responsabili dello sfacelo del Paese, ma di voler portare avanti il programma per il quale gli italiani ci hanno dato fiducia, all’interno del soggetto politico da me proposto». Anche Antonio Ingroia apre le porte ad eventuali transfughi: «Io non voglio fare un’operazione di marketing nei confronti dei dissidenti del Movimento Cinque Stelle», ma «creare un fronte ampio e civile. Noi siamo a disposizione». Attestati di stima sono arrivati anche da Pier Ferdinando Casini: «I parlamentari grillini sono grandi lavoratori, lontani dal loro leader che ogni giorno si scaglia contro le Camere, questi colleghi del Movimento 5 Stelle sono un esempio di serietà con cui si può lavorare».
Intanto, nel Movimento, c’è chi getta acqua sul fuoco e tenta una mediazione. Come Maurizio Buccarella, vicepresidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama. «Non so se si arriverà a una votazione. Nessuno ha la sfera di cristallo. Noi senatori incontreremo Adele Gambaro prima dell’assemblea per scambiare quattro chiacchiere con lei e capire il suo punto di vista, poi ci sarà la riunione congiunta», racconta. E analizza: «Se la collega crede veramente a ciò che ha detto, dovrebbe fare un passo indietro e dimettersi. Non per lesa maestà, ma perché non ha capito il ruolo di Beppe Grillo. Lui non è il problema, è l’artefice che ha dato la scintilla al Movimento». Secondo Buccarella, l’espulsione, però, non è la soluzione in quanto «comporterebbe ulteriori problemi: passeremmo sulle graticole per i soliti discorsi sulla democrazia interna». Per la senatrice Ornella Bertorotta, invece, «c’è sintonia nel gruppo e le ricostruzioni sono una montatura dei media». Tuttavia ieri su Facebook è nato un gruppo dal nome più che esplicito: «Dissidenti M5S dimettetevi».
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