Consumi fermi, inflazione ai minimi dal 2009

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ROMA — L’Istat conferma: in novembre, per il terzo mese consecutivo, l’inflazione è calata (- 0,3%) segnando su base annua un aumento dello 0,7%, mentre il dato già acquisito per il 2013 è fermo all’1,2%. Il raffreddamento dei prezzi è sintomo di una persistente contrazione dei consumi a sua volta legata a una diminuzione dei redditi disponibili. Senza crescita economica si concretizza quindi il rischio di deflazione, in Italia ma anche, seppure in maniera meno evidente, in tutta Europa. Ma siamo lontani dalla situazione del Giappone degli anni Novanta, rassicura il presidente della Bce, Mario Draghi, parlando al Parlamento europeo. «L’inflazione resterà bassa per un protratto periodo di tempo» ma la Banca centrale europea è «ben cosciente dei rischi al ribasso», quindi è «pronta ad agire» e «ha molti strumenti» per farlo, ha aggiunto il numero uno di Eurotower che, nell’occasione, è tornato a sottolineare l’importanza dell’approvazione entro la legislatura europea dell’Unione bancaria. Secondo Draghi la supervisione unica in capo alla Bce, che ha già avuto il via libera e deve solo diventare operativa, è «il cambiamento più significativo in Europa dalla nascita dell’euro». L’obiettivo ora «è far tornare la fiducia nel sistema bancario» e a questo sono finalizzati l’analisi dei bilanci e i test avviati a Francoforte. Anche le banche italiane si stanno preparando agli esami di Eurotower ma non potranno utilizzare il beneficio patrimoniale determinato dalla rivalutazione delle quote nel capitale della Banca d’Italia per la prima parte dell’operazione, come ha avvertito il governatore Ignazio Visco, intervenendo al Senato sul decreto che disegna il riassetto proprietario dell’Istituto di via Nazionale. «Il calcolo della rivalutazione delle quote potrà avvenire nel 2014 e non sui bilanci al 31 dicembre 2013» che è la data cui farà riferimento la asset quality review della Bce. Diversamente il rafforzamento patrimoniale — che comunque dipenderà dal tipo di classificazione che le banche daranno alle quote — sarà utile per gli stress test finali. In ogni caso i benefici che potrebbero venire soprattutto alle grandi banche dovrebbero tramutarsi, secondo Visco, in maggiore credito alle imprese. Anche se «bisognerà fare qualcosa» per attenuare il grande rischio dei prestiti che non vengono rimborsati: c’è «una crescita delle sofferenze elevata» nel sistema e «c’è un limite a tutto».
Stefania Tamburello


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