Vaccino anti aids, per il ministero della salute “non ci sono stati abusi”

Vaccino anti aids, per il ministero della salute “non ci sono stati abusi”

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MILANO – Vaccino italiano anti aids : per il ministero della Salute è tutto in regola. L’Istituto superiore della sanità (Iss) non ha commesso abusi nel concedere una parte dei brevetti del vaccino a una società privata, la Vaxxit srl, posseduta al 70% da Barbara Ensolli, la ricercatrice che finora ha guidato la sperimentazione. Questa mattina il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, ha risposto all’interrogazione parlamentare presentata dalla senatrice Emilia Grazia De Biase, dopo l’inchiesta del mensile Altreconomia. Da quanto emerge dal resoconto sommario della seduta della Commissione Igiene e Sanità del Senato, il sottosegretario sostiene “che il Consiglio di amministrazione dell’Iss ha adottato una delibera di indirizzo politico-amministrativo, finalizzata a verificare esclusivamente la possibilità di acquisire – attraverso il trasferimento tecnologico – le risorse finanziarie necessarie per completare il Programma di sviluppo del vaccino contro l’HIV (per il quale, ad oggi, non sussistono adeguati finanziamenti pubblici) e, di conseguenza, per evitare di disperdere i risultati già ottenuti”. E pertanto non ha determinato “l’insorgenza di vincoli o rapporti giuridici di alcun tipo tra l’Iss e la società Vaxxit s.r.l.”. In altre parole, la Vaxxit avrebbe solo il compito di trovare fondi per continuare la ricerca e la sperimentazione.
Per il mensile Altreconomia la risposta del sottosegretario non è convincente perché si basa su “una tesi non supportata dai fatti”. E cita la delibera dell’Iss del 4 marzo 2014, dove si legge che ha deciso di “concedere per 18 mesi un’opzione esclusiva a Vaxxit per l’utilizzo dei brevetti Tat, al fine di reperire i fondi necessari al completamento del programma vaccino fino a sua registrazione. Resta inteso che -ove i predetti fondi vengano reperiti- si procederà alla negoziazione dei relativi accordi economici”.
“Dunque, per bocca dello stesso Istituto, l’unico elemento in via di negoziazione erano gli ‘accordi economici’ – scrive Altreconomia – e non già l’utilizzo dei brevetti (come invece sostenuto dal Governo), di fatto concesso con opzione esclusiva per 18 mesi”.
Anche se per il sottosegretario non ci sono stati abusi, l’Istituto superiore di sanità ha deciso di fare ulteriori verifiche. Tanto che il 10 giugno 2014 “ha dato mandato all’amministrazione dell’Iss di verificare la conformità della società Vaxxit ai requisiti” del disciplinare che regola la partecipazione dell’Iss e del suo personale ad iniziative di spin-off. Una mezza marcia indietro? Secondo Altreconomia, “anche in questo caso, però, a smentire Governo e Istituto superiore di sanità è il testo scritto della delibera datata 4 marzo 2014″, dove si legge che “Il Presidente (Oleari, ndr) rappresenta che la costituzione di Vaxxit Srl […] è coerente con il disciplinare di spin-off dell’Iss”.
Per Altreconomia “sfugge quale sia la differenza tra la ‘verifica di conformità” disposta il 10 giugno scorso -a polverone sollevato- e quella già effettuata e sancita (in teoria) sempre dai vertici dell’Istituto il 4 marzo -quando ancora la nostra inchiesta non aveva visto la luce”. (dp)
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