Iva e ticket, le tasse possibili della manovra

Iva e ticket, le tasse possibili della manovra

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ROMA C’è il possibile aumento dell’Iva a partire dal 2016. La solita clausola di salvaguardia per tenere buoni i controllori di Bruxelles con un «piano B» che garantisca la tenuta dei conti. C’è il ticket sanitario, che potrebbe cambiare ancora per arginare la crescita senza sosta delle esenzioni, cioé di chi non lo paga. Ma nel futuro prossimo del contribuente italiano la lista delle incognite è ancora più lunga. Prima di vederle, però, bisogna partire dalla cornice generale: dopo anni di lacrime, sangue e austerity , la legge di Stabilità che il governo potrebbe esaminare domani dovrebbe avere il segno opposto. Una manovra espansiva finanziata in deficit, cioè che dà più di quello che prende.
Un’inversione di rotta avallata anche da Bruxelles ma a patto che l’Italia riduca la pressione fiscale. Dentro questa cornice, però, ci sono due punti interrogativi: il primo è che non è ancora definita la lista degli interventi che il governo vuole mettere in campo e quindi delle risorse necessarie. Ieri, solo per fare un esempio, il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi si è detto certo che ci sarà la proroga dell’ecobonus, lo sconto fiscale per le riqualificazioni energetiche. Ma resta ancora da capire il suo peso, e quindi la portata delle misure necessarie per le relative coperture. Il secondo punto interrogativo è che una riduzione della pressione fiscale in Italia non si traduce necessariamente in una riduzione delle tasse per tutti gli italiani. Quella in arrivo, in sostanza, potrebbe essere grande operazione di redistribuzione fiscale.
Nella Stabilità, ad esempio, ci sarà un intervento per ridurre il peso delle tasse sulle imprese. E si sta ragionando se finanziarlo, almeno in parte, con un aumento selettivo dell’aliquota Iva più bassa, quella al 4%. Ci sarebbe chi ci guadagna e chi ci perde. Lo stesso intervento potrebbe essere coperto anche con una modifica dell’imposta di successione, che diventerebbe progressiva, e quindi più pesante per le eredità più ricche. In realtà il governo ha smentito ma almeno dal punto di vista tecnico l’ipotesi è stata presa in considerazione. E anche qui, ci sarebbe chi ci guadagna e chi ci perde.
Stesso discorso per la revisione delle agevolazioni fiscali, quella lunga lista di sconti sulle tasse che mette sullo stesso piano gli interessi sui mutui e le spese per il veterinario. La revisione potrebbe portare qualche soldo in dote al taglio delle tasse sulle imprese oppure anche limitarsi ad un riequilibrio interno: ridurre alcune detrazioni per aumentare quelle su altre voci. In ogni caso, anche stavolta, ci sarebbe chi ci guadagna e chi ci perde.
Una tassa nuova in arrivo è quella sul rientro dei capitali dall’estero, salvo sorprese visto il tormentato iter parlamentare del provvedimento. Mentre sui grandi classici della tassazione di un tempo c’è qualche remora. Alcol, tabacco, benzina e giochi sono stati per anni il bancomat dello Stato: per mettere i conti a posto bastava alzare di un filo le accise su questi prodotti. Ma tra recessione e aumenti continui ci si è accorti che far salire le aliquote fa scendere i consumi e alla fine anche l’incasso totale per lo Stato. Qui non c’è chi guadagna e chi perde. Perdono tutti.
Lorenzo Salvia



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