Germania, gli scioperi a catena

Germania, gli scioperi a catena

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BERLINO Deutschland oppure Streikland, il «Paese degli scioperi»? Sembra impossibile, ma siamo arrivati a questo punto, dopo il «ping-pong» delle astensioni dal lavoro che sta paralizzando da mesi il trasporto aereo e ferroviario tedesco. In particolare, gli ultimi giorni sono stati terribili. Il sindacato dei macchinisti Gdl ha bloccato la circolazione dei treni (e delle metropolitane di superficie) in un weekend di grandi spostamenti, che coincide con le prime vacanze scolastiche in molte regioni del Paese.
Quando questa agitazione si è conclusa, ha preso il via ieri quella dei piloti della Lufthansa, la sesta dall’inizio dell’anno. Saranno coinvolti, fino a domani notte, sia i voli interni e a medio raggio che quelli intercontinentali.
Il nuovo nemico pubblico numero uno è un ex ferroviere nella Repubblica democratica tedesca, Claus Weselsky, 55 anni, che guida con piglio dittatoriale, dicono, un’organizzazione che rappresenta circa 20 mila iscritti. I macchinisti vogliono che l’orario di lavoro settimanale sia ridotto da 39 a 37 ore e chiedono aumenti salariali di circa il cinque per cento. Secondo i dati della Deutsche Bahn, il colosso delle ferrovie tedesche a totale partecipazione pubblica, lo stipendio mensile dei guidatori parte da un minimo di 1.970 euro e arriva a 2.142 dopo quattro anni, con gratifiche addizionali che possono raggiungere i 600 euro mensili.
La Gdl contesta queste cifre, in particolare quelle dei benefit che non raggiungerebbero i trecento euro mensili. La battaglia di Weselsky non è solo contro l’azienda e il governo, ma contro il più grande sindacato rivale, l’Evg, la cui base è costituita dai ferrovieri che svolgono tutte le altre mansioni.
I piloti, rappresentati dalla Vereinigung Cockpit, vogliono invece continuare a godere dei benefici per chi lascia il lavoro anticipatamente a 55 anni, ricevendo fino all’età prevista per la pensione, cioè 65 anni, circa il sessanta per cento dello stipendio. L’azienda vuole abolire questo privilegio stabilendo un tetto per il ritiro a circa 60 anni. Il loro primo sciopero di quest’anno, proclamato in occasione delle vacanze di Pasqua, è costato alla compagnia tedesca 45 milioni di euro. La Lufthansa ha annunciato di poter mantenere 700 voli su 2.150 affidandoli a volontari impiegati attualmente nel management o in uffici amministrativi.
Intanto i tedeschi si organizzano. In questo fine settimana, c’è chi ha rinviato la partenza e chi invece ha deciso di viaggiare in autobus. Le compagnie, che hanno fatto incassi record, hanno rinforzato i servizi ma non sono però riuscite ad accontentare tutti i potenziali clienti.
La Bdi, la «confindustria tedesca» ha tuonato contro Weselsky e i suoi uomini, parlando di «irresponsabilità». Anche il governo è molto preoccupato, pensando ai danni subiti da molti settori dell’economia. Il leader dei macchinisti non ha però intenzione di fermarsi. D’altra parte, di lui si tramanda una frase celebre: «Non metto mai in discussione le mie decisioni. Se una si è rivelata sbagliata il giorno successivo, era giusta nel momento in cui l’ho presa».
Paolo Lepri


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