L’ Italtel è a un passo dal fallimento oggi vertice decisivo per il salvataggio

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MILANO – Lavori in corso per salvare i 2mila dipendenti di Italtel ed evitare un clamoroso fallimento. Dopo una lunga ed estenuante trattativa che va avanti da un anno, ieri si sarebbe dovuta trovare una soluzione capace di mettere in sicurezza una delle ultime aziende tecnologiche italiane. Ma così non è stato, perché ancora in serata banche, soci e advisor non avevano trovato un accordo, e così il consiglio per decidere il da farsi è stato aggiornato ad oggi. Italtel versa in gravi difficoltà  e nonostante il piano industriale messo a punto dal consulente Lazard prosegue la ricerca di un cavaliere bianco capace di risollevare le sorti del gruppo. Sforzi per il momento senza risultati, poichè sia i soci industriali che i partner finanziari come Interbanca Ge sembrano ancora distanti anche se oggi torneranno a sedersi intorno al tavolo per trovare una soluzione.

La coperta è corta, e tutte le parti in gioco hanno acconsentito di fare dei sacrifici pur di proseguire con l’attività  industriale. Telecom Italia, socia al 20%, ha accettato di tornare ad essere un azionista di riferimento del gruppo che aveva venduto nel 2000, e si è impegnata a iniettare 35 milioni di liquidità  nel gruppo. Parallelamente il colosso della telefonia, che di Italtel è il primo cliente, ha garantito un contratto di fornitura per il prossimo triennio. Stesso discorso, anche se in altre proporzioni, per Cisco, socio al 20% di Italtel e uno dei maggiori fornitori del gruppo italiano. Cisco deve avere da Italtel 62 milioni relativi a una serie di forniture che il gruppo Usa non ha mai riscosso proprio per non mettere in difficoltà  l’azienda italiana. Detto questo il gigante dei semiconduttori inietterà  35 milioni di liquidità  dentro Italtel, che così potrà  ripagare la metà  dei crediti vantati dal gruppo Usa. Ma Cisco si è anche impegnata a dilazionare il pagamento di altri 20 milioni di crediti nei prossimi tre anni.
E così oltre a 70 milioni di ricapitalizzazione, Italtel nel prossimo triennio potrà  contare su una buona dose di fatturato garantito dal socio Telecom e su crediti dilazionati da parte di Cisco. Condizioni queste che avrebbero indotto Unicredit ad accettare già  ieri la trattativa che punta a concedere al gruppo 350 milioni di nuove linee di credito. L’istituto di Piazza Cordusio è il principale creditore di Italtel e insieme a Bpm avrebbe infatti già  trovato un accordo di massima con l’advisor Lazard e con gli altri soci industriali. C’è invece ancora un fronte di istituti indecisi, tra cui in primo luogo Interbanca-Ge, che vorrebbero un maggior impegno soprattutto da parte di Cisco, ma anche di Telecom in questa ristrutturazione. Detto questo nessuno degli azionisti e dei creditori ha interesse a mettere a rischio la continuità  aziendale per poche decine di milioni. Le posizioni che dividono Interbanca-Ge e alcuni istituti minori che insieme hanno meno di un quarto dei crediti di Italtel, sono infatti relativamente deboli rispetto all’interesse di un’azienda da 2mila dipendenti. Anche perché, una volta ristrutturato il debito, Italtel potrebbe diventare una preda interessante per un gruppo industriale pronto a investire in Italia.


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