Ambiente: bilancio del 2005. Maglia nera per l`Italia

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(da “La Repubblica“, venerdì 30 dicembre 2005, pagina 34 – Cronaca)

Record negativo nel 2005: dalla legge obiettivo ai rifiuti all´applicazione di Kyoto

Ambiente, Italia maglia nera. La Ue accusa: 47 le infrazioni

di ANTONIO CIANCIULLO

ROMA – Per l´Italia il 2005 è stato l´anno del “commissariamento“ europeo in campo ambientale. Tra condanne e procedure d´infrazione, Roma ha ricevuto 47 atti d´accusa da parte della Ue. E non si tratta di sviste su temi secondari: dalla legge obiettivo ai rifiuti, passando per l´applicazione del protocollo di Kyoto, i cardini delle politiche ambientali del nostro governo sono stati giudicati in conflitto con le scelte di Bruxelles. In ottobre il commissario europeo all´Ambiente, Stavros Dimas, l´ha detto senza giri di parole: «Nonostante i precedenti ammonimenti, l´Italia non rispetta completamente la normativa ambientale comunitaria o non coopera adeguatamente per quanto concerne le nostre richieste di informazioni. Le autorità italiane devono adottare rapidamente le misure necessarie affinché i cittadini italiani e l´ambiente del loro paese possano beneficiare della protezione sancita dal diritto comunitario».
Per il Wwf, che ha tracciato un bilancio ambientale del 2005 assai preoccupato, la violenta deregulation in campo ambientale è destinata a lasciare una lunga scia di disastri: «Molte procedure d´infrazione riguardano norme quadro», spiega Gaetano Benedetto, responsabile dei rapporto istituzionali del Wwf. «Questo vuol dire che, se non fermiamo il processo, andremo incontro a un futuro in cui le accuse contro l´Italia si moltiplicheranno per clonazione, parallelamente alla crescita degli atti considerati illegittimi da Bruxelles».Il quadro 2005 mostra come la tendenza al peggioramento sia già in atto. Le emissioni serra che il governo italiano si era impegnato a tagliare del 6,5% rispetto ai livelli del 1990 sono arrivate a una crescita del 12%. Un terzo delle spiagge italiane è a rischio erosione e su molte aleggia l´incubo della privatizzazione. Il territorio, stretto tra la progressiva cementificazione e il cambiamento climatico, è sempre più fragile: per la prima volta il centro di Roma è tornato a vivere l´allarme alluvione.Nel panorama dell´anno che si sta per concludere non mancano segnali positivi. La controriforma sulla caccia e la legge che riabilitava le spadare sono state fermate, l´ecoturismo è cresciuto e sulle montagne bresciane è tornato l´orso. Ma il segno dell´anno resta decisamente negativo, come è stato testimoniato ieri dal rapporto del Comando dei carabinieri per la tutela dell´ambiente: dai 15mila controlli effettuati nel 2005 è risultato un livello d´illegalità pari al 33%; gli arresti sono passati dagli 80 del 2004 ai 110 di quest´anno (di cui 95 per traffico illecito di rifiuti).«Particolarmente pesante è stato l´impatto dell´abusivismo, che nel 2005 ha visto una crescita d´oltre il 3%, e del traffico illegale di rifiuti che ha viaggiato a una media di 5 reati al giorno», aggiunge Roberto Della Seta, presidente di Legambiente.

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