MOVIMENTI. Forum sociale policentrico

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(da il manifesto, 19 Gennaio 2006)

A Bamako la «Bandung dei popoli»

L`obiettivo è ambizioso: fare del primo Forum sociale in Africa quello che nel `55 fu la conferenza dei paesi non allineati. Al via oggi nella città africana il primo dei tre appuntamenti «policentrici» dei movimenti sociali

STEFANO LIBERTI
INVIATO A BAMAKO (Mali)
«Riattivare lo spirito di Bandung». E` a partire dal riferimento alla mitica conferenza dei paesi non-allineati, tenutasi nella città indonesiana nel 1955, che si sono riuniti ieri a Bamako i primi gruppi di attivisti e militanti alter-mondialisti giunti nella capitale maliana per il primo appuntamento del Forum sociale mondiale (Fsm) policentrico 2006, che si aprirà ufficialmente oggi e per il quale fervono – tra qualche incertezza e non poca confusione – gli ultimi preparativi. Una quattro giorni che vedrà poi susseguirsi in sequenza quello latinoamericano di Caracas e quello asiatico di Karachi posticipato a marzo. Fino al Forum sociale europeo di Atene che a maggio chiuderà la stagione dei grandi appuntamenti globali. Esterna al Fsm vero e proprio, la riunione di ieri al Palazzo dei congressi di Bamako ha finito in qualche modo per costituirne l`introduzione. A testimoniarlo, la presenza di Aminata Traoré, l`ex ministra della cultura del Mali, e del marocchino Taoufik ben Abdallah, che figurano tra i principali promotori e organizzatori della tappa africana del Forum. «Siamo di fronte a un nuovo fenomeno di sfruttamento planetario. Come hanno fatto i capi di stato dei paesi del Sud 51 anni fa a Bandung, avviando l`epoca della decolonizzazione, oggi dobbiamo liberarci di quella forma di sfruttamento planetario che è la globalizzazione neo-liberale», ha esordito Traoré.

Il filo rosso tra colonialismo classico e neo-colonialismo è stato tracciato da tutti i relatori ed è tornato con forza nelle riunioni tematiche in atelier che si sono susseguiti per tutto il giorno. Così l`intellettuale franco-egiziano Samir Amin ha sottolineato che «Bandung e la successiva conferenza di Accra del 1958 (quando, sotto l`egida di Kwame Nkrumah, si è tenuto il primo congresso pan-africano, ndr) sono punti di riferimento essenziali per le lotte attuali, in cui i popoli del Sud si devono riappropriare del loro diritto di gestire le proprie risorse naturali». Amin ha evidenziato l`esigenza di «mettere in scacco i centri di gestione della globalizzazione neo-liberale, in particolare l`Organizzazione mondiale del commercio e il Fondo monetario internazionale, che agiscono come i vecchi ministeri delle colonie». Ha quindi indicato la necessità di tradurre in strategia di azione politica queste dichiarazioni di intenti. «Bisogna fare una Bandung dei popoli, attraverso l`interazione tra i militanti e i partecipanti al forum».

Una linea ripresa da Ignacio Ramonet, direttore del mensile Le Monde diplomatique, che ha individuato cinque tappe nell`evoluzione del movimento alter-mondialista. «La prima – ha detto il giornalista – è stata quella dell`elaborazione intellettuale, in cui nella seconda metà degli anni Novanta è stata identificata e definita la globalizzazione neo-liberale. Poi è seguita la contestazione, iniziata a Seattle nel 1999 e seguita a ogni incontro delle grandi organizzazioni internazionali. Successivamente, e siamo arrivati al primo Porto Alegre del 2001, si è aperta l`epoca in cui i contestatari si sono riuniti per discutere». Una fase che si è ulteriormente evoluta nella diversificazione di varie posizioni all`interno dei Forum sociali. «Oggi – ha concluso Ramonet – siamo di fronte alla quinta fase, in cui dobbiamo trasformare questa ricchezza in un contro-potere che si deve porre la questione del passaggio alla politica».

Un punto, quest`ultimo, che farà discutere e che presumibilmente tornerà con forza non solo durante le riunioni del Forum di Bamako, ma anche e soprattutto nella seconda puntata del Fsm policentrico, in programma la settimana prossima nel Venezuela di Hugo Chavez.

A giudicare dalla lista degli incontri previsti, nella tappa africana l`agenda appare incentrata su altre problematiche, e si articola in particolare intorno al nodo focale dello sfruttamento Nord-Sud. Come ha indicato Traoré a margine della conferenza di ieri, «contrariamente a quanto sostengono i cantori dell`afro-pessimismo e di un certo revisionismo filo-coloniale, soprattutto in Francia, l`Africa non è vittima di se stessa, ma di uno sfruttamento persistente da parte delle ex colonie». L`ex ministra maliana, insieme agli altri organizzatori africani del Forum, appare in prima linea nella battaglia per proiettare un`immagine positiva del continente nero, troppo spesso bollato come pre-moderno e come fucina di guerre etniche poco comprensibili. Nonostante le ferite che restano aperte (Costa d`Avorio divisa in due e a rischio di nuova guerra civile generalizzata; Etiopia ed Eritrea che affilano le armi; Ciad e Sudan che si guardano in cagnesco; il Nord Uganda in preda alle scorribande dell`Esercito di resistenza del Signore, la Somalia ancora priva di un governo funzionante e il Sahara occidentale in cui persiste l`occupazione delle forze marocchine), l`anno appena trascorso ha avuto alcuni sviluppi positivi per l`Africa: la lenta ma graduale ricomposizione della Repubblica democratica del Congo (Rdc), le elezioni democratiche in Liberia, che hanno portato alla testa del paese una donna; la fine della guerra in Burundi e in Sud Sudan. Questo a livello politico.

A livello di lotte sociali, il continente comincia a esprimere movimenti articolati e strutturati. I giorni che seguono ci permetteranno forse di chiarire la grande incognita di questo forum di Bamako: qual è la forza reale di queste organizzazioni e quanto è realistica l`idea di quella «Bandung dei popoli» evocata dall`incontro di ieri. Il responso non sarà indifferente per i movimenti africani, per il loro rapporto con la società civile organizzata del resto del mondo e per l`appuntamento con il Forum mondiale che si svolgerà il prossimo anno a Nairobi, in Kenya. E del quale questo di Bamako rappresenta una specie di prova generale.

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SOCIAL FORUM
Oggi si comincia, ma le strutture non sono pronte

S. LI.
BAMAKO
Di fronte al palazzo dei congressi di Bamako, sotto il sole cocente di mezzogiorno, Mamadou batte frenetico col martello per inchiodare alcune travi su una struttura in legno. «Dobbiamo finire entro oggi», esclama sorridente, mentre si asciuga il sudore dalla fronte. Lui e i suoi compagni di lavoro – un gruppo di ragazzetti tra i 15 e i 18 anni – stanno ultimando l`installazione delle strutture che dovranno ospitare i banchetti del Forum. L`impreparazione e il ritardo nell`organizzazione sembrano un tratto distintivo di questo primo appuntamento africano del Fsm policentrico 2006. In molti siti in cui si terranno gli incontri – in undici località distinte sparse per la capitale maliana – i lavoratori si affannano per concludere i compiti loro assegnati. «Terminerò, a costo di starci fino all`alba», racconta Mohammed, che deve finire la costruzione di alcune capanne di paglia e legno sulla distesa dell`ippodromo. Non che il programma sia più chiaro: la lista degli incontri è stata messa su internet venerdì scorso, ma appare ancora molto vaga. Il Forum si articolerà in vari gruppi tematici, ognuno dei quali si terrà in un luogo diverso di Bamako. Numerosi concerti sono previsti, con alcuni tra i maggiori musicisti maliani. Ma nessuno – nemmeno gli interessati – sa quando e dove dovranno suonare. In città, alcuni sporadici manifesti sono l`unico indizio da cui si può desumere che oggi comincerà un evento di portata internazionale. Scritti in caratteri minuscoli, suscitano scarso interesse tra i passanti, che osservano con maggior attenzione gli onnipresenti cartelloni pubblicitari di un grande concerto reggae che avrà luogo gli stessi giorni del Fsm. Nemmeno alla sede centrale del Forum, una villetta in centro, si riesce ad avere informazioni aggiuntive. Un cartello affisso sul cancello si limita a indicare che «i partecipanti potranno accreditarsi giovedì mattina». Ma il ritardo e l`improvvisazione non sembrano preoccupare gli organizzatori. Uno dei membri del segretariato ci ha assicurato che «tutto andrà per il meglio. Il Forum deve essere un`impresa collettiva. Lo faremo insieme». Di certo si sa solo che oggi pomeriggio ci sarà un corteo per la città che si concluderà allo stadio, in cui si darà ufficialmente inizio ai lavori. Da venerdì a domenica, centinaia gli incontri previsti. Sperando che le strutture che dovranno accoglierli siano pronte.

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Ospiti di Chavez
Al termine il testimone passerà a Caracas, in Venezuela, dal 25 al 29 di gennaio. Sarà probabilmente il forum più partecipato e mediatico.Come a Porto Alegre
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Primo atto in Mali
Il ciclo dei Forum sociali policentrici si apre oggi con l`appuntamento di Bamako. Che sarà la prova generale di quello mondiale del 2007 a Nairobi, in Kenya
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L`EUROPA AD ATENE
L`ultimo dei forum sarà quello europeo, che si svolgerà ad Atene dal 4 al 7 maggio. Molte le difficoltà organizzative e un obiettivo sopra tutti: una carta di principi che rappresenti la risposta dal basso alla Costituzione europea bocciata da francesi e olandesi. L`ultima riunione preparatoria, nella quale sono finalmente state decise le date dopo il rinvio a causa delle elezioni in Italia, si è svolta la scorsa settimana a Vienna.
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18 MARZO NO-WAR
Il Forum sociale europeo ha lanciato un appello a scendere in piazza il 18 e 19 marzo prossimo in tutto il continente. Come ogni anno, l`inizio dei bombardamenti dall`Iraq sarà infatti ricordato con manifestazioni pacifiste nelle capitali europee. L`appello dei movimenti europei sarà portato sia a Bamako che a Caracas. Se sarà raccolto, la giornata europea potrebbe trasformarsi in una giornata mondiale contro la guerra.
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MOVIMENTI A FIRENZE
E` stata convocata per l`11 e 12 febbraio prossimi a Firenze (nella facoltà di Architettura) l`assemblea nazionale del movimento contro la guerra. Si discuterà dei forum sociali e dell`organizzazione in Italia della manifestazione contro la guerra del 18 marzo, nonché delle campagne pacifiste

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