Il debito pubblico sfonda quota 1.800 miliardi

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ROMA – Il debito pubblico sfonda la soglia dei 1.800 miliardi nel mese di aprile mettendo a segno – secondo i dati di Bankitalia – una crescita del 3,6% in un anno. Un punto debole dello nostra economia dal quale il governo sta tentando di smarcarsi in sede europea (dove si annuncia un giudizio positivo per la manovra da 24,9 miliardi). Il ministero degli Esteri Frattini ieri da Lussemburgo ha lanciato un aut aut ai partner dell’Unione spiegando che l’Italia porrà  il suo veto al documento, che sarà  presentato giovedì al Consiglio europeo sulla nuova disciplina di bilancio, se non si inserirà  anche il concetto di debito aggregato, cioè l’insieme di debito pubblico e privato. «Parlare solo di debito pubblico vuol dire mancare molti elementi che dovrebbero arricchire quella strategia. Mi auguro che vi sia una discussione utile per integrare quel documento, altrimenti allo stato l’Italia non lo condivide e non lo può adottare», ha detto Frattini che ha parlato di «linea rossa insuperabile».

L’idea italiana non nasce all’ultimo momento: la Ruef, la relazione sui conti pubblici varata in maggio, contiene una tabella dove si calcolano i debiti «aggregati», cioè di famiglie, imprese non finanziarie e Stato, dei maggiori Paesi europei. In base a queste proiezioni, il debito italiano complessivo raggiungerebbe il 235,9% del Pil nel 2010 (contro una media europea del 265,1%), più basso di Francia, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Si scalda intanto il clima intorno alla manovra in attesa della presentazione degli emendamenti il cui termine scade al Senato venerdì prossimo e il cui esame alla Camera in luglio – come ha deciso il presidente dell’assemblea di Montecitorio Fini – precederà  il ddl intercettazioni: nel mirino i settori scuola e forze armate per i quali si annunciano modifiche. Pronti i finiani: ieri Italo Bocchino ha definito la manovra «timida» e tale da «comprimere lo sviluppo», e ha annunciato emendamenti spiegando che dal blocco delle spese della sanità  al 2009 e dal taglio dei contributi a fondo perduto alle imprese si possono recuperare circa 30 miliardi. In arrivo anche le modifiche del Pd che annuncia una «lenzuolata» e chiede lo stralcio dell’articolo sui «certificati verdi». Mentre oggi un gruppo di 100 economisti, guidati da Emiliano Brancaccio, Riccardo Realfonzo e Antonella Stirati, presenterà  una lettera aperta a Napolitano contro le politiche di austerità  europee e la manovra del governo.
Dati negativi sul quadro economico provengono infine dal fronte delle entrate: cala infatti il gettito tributario – secondo i dati Bankitalia – nei primi quattro mesi del 2010 a 104,7 miliardi con una flessione di 2 miliardi (-1,8%). Per il Tesoro, invece che ha reso note le proprie stime, il calo è più contenuto ed è nell’ordine dell’1,2%. Il Tesoro sottolinea un buon andamento della lotta all’evasione con un aumento del 33,4% degli incassi per un totale di 1,5 miliardi. Anche l’Inps ha reso noto di aver recuperato 2,2 miliardi dalla lotta all’evasione contributiva con la scoperta di 30 mila lavoratori in nero. Da registrare, a sorpresa, anche un leggero calo i giochi: le entrate sono scese dello 0,8%.


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