Francia sconfitta ok ai treni tedeschi nell’Eurotunnel

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PARIGI – I francesi amano l’Europa soprattutto quando veste i colori bianco-rosso-blu: la cooperazione e l’integrazione, sulle rive della Senna, sono una buona cosa soprattutto alle loro condizioni. Il caso di Eurotunnel dimostra che i francesi possono anche restare con un palmo di naso: molto probabilmente, anche i treni della Siemens finiranno per passare nella galleria che unisce la Gran Bretagna al continente. Per il momento, infatti, sotto la Manica corrono solo treni fabbricati da Alstom. Normale: Eurostar, che gestisce la rete, è controllata al 55% dalla Sncf. In ottobre, però, la società  franco-britannica ha sorpreso tutti: la tedesca Siemens ha vinto un appalto per dieci nuovi convogli. Apriti cielo: i francesi hanno protestato come degli ossessi, la classe politica e il governo hanno gridato all’imbroglio. Secondo la loro tesi, costruita pari pari sulle argomentazioni di Alstom, le regole di sicurezza non consentono l’omologazione dei treni Siemens, perché la loro motorizzazione è ripartita su tutta la lunghezza del convoglio, mentre sui terni Alstom è concentrata in testa e in coda. Difficile, per i non esperti, dare un giudizio. Ma fin dal primo momento i francesi sono sembrati sportivi incapaci di accettare la sconfitta. Una nuova riprova è arrivata quando l’Agenzia ferroviaria europea ha riconosciuto che i treni a motorizzazione «ripartita» non sono esplicitamente vietati sotto la Manica. Nella battaglia giuridica in corso, i francesi rischiano di perdere su tutta la linea. Ma la difesa degli interessi nazionali è per loro essenziale: malgrado una prima sconfitta in tribunale a Londra, hanno già  presentato altri ricorsi, compreso uno di fronte alla Commissione europea


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