La follia va al potere così si diventa un autentico despota.

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Gheddafi fa discorsi incoerenti e pieni di divagazioni in sedi come le Nazioni Unite. Ha la testa traboccante di stravaganti teorie cospiratorie e bizzarre ossessioni, per esempio esorta a far sparire la Svizzera o ad addossare all’intelligence di Israele l’assassinio di John Kennedy. Si presenta all’estero abbigliato in modo a dir poco inusuale, mette in evidenza strane preferenze per il trucco e il gel nei capelli e una volta si è addirittura appuntato al petto una fotografia. Ha un apparato di guardie del corpo composto esclusivamente da donne. Nel 2008 ha annunciato che nell’ambito di un rimpasto di governo avrebbe abolito tutti i ministeri, a eccezione di quello della Difesa, quello della Sicurezza interna e pochi altri. Tutto ciò non è opera di un freddo, cinico, Machiavelli calcolatore. D’altro canto è impossibile liquidare Gheddafi come un pazzo ridicolo: infatti, è riuscito a mantenere il potere in un’area del pianeta quanto mai violenta, e potrebbe anche continuare a conservarlo, a dispetto degli attuali irresoluti tentativi di destituirlo. Pare quasi che vi sia qualcosa di vantaggioso nella megalomania che è diventata la sua caratteristica distintiva. Fu scacciato da scuola per aver cercato di organizzare uno sciopero studentesco; iniziò a ordire un colpo di stato finalizzato ad assumere il controllo del potere mentre era ancora al college; più volte si è paragonato a Gesù e al Profeta Maometto; chiama “Nuovo Vangelo” il Libro Verde, il compendio dei suoi precetti. Questo libro, che i libici sono obbligati a leggere (a un certo punto cancellò le vacanze estive degli studenti e le sostituì con alcune sessioni di indottrinamento) è pieno di concetti strampalati e affermazioni lapalissiane. Si divide in tre parti: «La soluzione ai problemi democratici», «La soluzione ai problemi economici» e una terza sezione contenente varie soluzioni ai problemi sociali. Apparentemente, Gheddafi scrisse questo libro nella convinzione di aver trovato le risposte a tutti i problemi che affliggono l’umanità , compendiate in quella che egli chiama la Terza Teoria Universale. In un caratteristico brano assolutista, scrive: «La Vera Democrazia ha un solo metodo e una sola teoria». Nel testo si prodiga in osservazioni banali, come se nessun altro le avesse mai pensate prima di lui. Rivela che le donne hanno le mestruazioni e gli uomini no. Rivela dottrine che non hanno nulla a che vedere con il modo col quale egli si comporta nella realtà : «L’istruzione obbligatoria è un’istruzione coercitiva, repressiva della libertà . È dispotismo che vengano imposte materie specifiche per indottrinare la gente». Gheddafi sembra una di quelle persone che credono di possedere la verità  assoluta, che vogliono imporre i loro pensieri a chiunque gli capiti a tiro ed esercitare il controllo totale sul prossimo alla stregua di qualche superuomo della storia mondiale. Ed è proprio così che ha governato il suo Paese. Secondo l’indice della libertà  di stampa, la Libia è il Paese del Medio Oriente e dell’Africa del Nord nel quale la censura è più rigida, e questo la dice lunga. Gli esperti calcolano che dal 10 al 20 per cento della popolazione sia costituita da informatori della sicurezza. Per eliminare ogni possibilità  di influenza dall’esterno, Gheddafi a un certo punto ha soppresso l’insegnamento delle lingue straniere dalle scuole e ha fatto togliere la segnaletica stradale in caratteri latini. In passato aveva anche espulso la comunità  italiana, costringendola addirittura a esumare le salme dei loro parenti, seppelliti nei cimiteri libici, e a riportarsele a casa, e fece riprendere le esumazioni dalla televisione. Affissi lungo le strade, alcuni pannelli riportano scritte di questo tenore: «Obbedisci alle autorità ». Col passare dei decenni, Gheddafi ha cercato di ricostruire il mondo a propria immagine: ha cercato di dar vita a un impero più grande, fondendo Libia e Sudan. Ha cercato di creare una Federazione di repubbliche arabe insieme a Egitto e Siria. Ha cercato di dare origine a una Legione Araba. Si è autonominato Re dei Re, Imam di tutti i musulmani, e nel 2009 ha provato anche a dar vita agli Stati Uniti d’Africa. Ha fondato accademie dove si insegna la dittatura, frequentate da alcuni dei più brutali autocrati del pianeta e, naturalmente, ha agevolato i movimenti terroristici di Australia, Irlanda, Germania e altri Paesi ancora. Proprio la sua megalomania, tuttavia, pare essere il segreto della sua longevità  e al contempo del suo essere fuori di testa. Il dato di fatto più paradossale è che se vuoi restare al potere come dittatore è meglio che tu sia un despota narcisista che un mediocre autocrate. I megalomani come Gheddafi tentano sempre di arrivare a esercitare il controllo su ogni neurone della popolazione e ogni possibile aspetto della loro vita. Annientano qualsiasi altra autorità  esterna e la società  civile. Personalizzano ogni istituzione, così che le forze armate, per esempio, finiscono coll’esistere al solo scopo di servire le loro sacre maestà , e non la nazione nel suo complesso. Non si preoccupano, non dubitano e non si lasciano intimorire dalla buona opinione di cui godono presso gli altri, perché già  possiedono la verità  assoluta. Sono motivati a realizzare la loro Missione storica mondiale e non hanno alcun interesse a ritirarsi in santa pace in qualche villa. Aveva ragione Jeane Kirkpatrick quando, alcuni anni fa, fece una netta distinzione tra i dittatori autoritari e quelli totalitari: i secondi sono più pazzi e anche più difficili da far sloggiare. Proprio la narcisistica e folle eccentricità  di Gheddafi pare essere il segreto della sua longevità . Ricordate bene, quindi: se proprio dovete fare i tiranni, siate eccentrici. Andrete più sul sicuro. (Traduzione di Anna Bissanti. © New York Times/La Repubblica)


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