E il Csm avvisa la maggioranza “No a amnistie sostanziali”

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ROMA – Il progetto di legge sulla prescrizione breve per gli incensurati è «una sostanziale amnistia». Il plenum del Consiglio superiore della magistratura stronca a larghissima maggioranza il provvedimento che il governo sta affannosamente cercando di approvare a Montecitorio. A Palazzo dei Marescialli si è votato ieri sulla nuova versione della risoluzione presentata dal consigliere “togato” Aniello Nappi (Movimento per la giustizia). Un testo sottoscritto anche da Riccardo Fuzio (Unicost), Tommaso Mirga (Mi) e dal “laico” Guido Calvi (Pd). Alla fine si sono contati 21 sì e 4 no arrivati dai “laici” del centrodestra. Non ha partecipato al voto il leghista Matteo Brigandì che la settimana prossima potrebbe “lasciare” il Csm Il documento votato dall’organo di autotutela della magistratura non lascia molti dubbi. Dopo avere preso atto che dal progetto sono scomparsi alcuni punti critici, la tagliola temporale per la fine dei processi e alcune norme transitorie, il Csm rileva però che «suscita preoccupazione» l’aumento da 1/4 ad 1/6 dei termini di prescrizione per gli imputati incensurati. Così, recita la risoluzione, «è agevole pronosticare che l’impatto della modifica sui processi in corso sarà  notevole, atteggiandosi come una sostanziale amnistia». L’allarme, continua il testo votato, vale anche per i processi nei gradi successivi al primo. Comunque, si spiega, c’è «preoccupazione per gli effetti negativi, a regime» «a causa della prevedibile inefficacia dell’azione penale per numerosi reati». Considerazioni che il Csm accompagna con il richiamo a diversi organismi internazionali che sulla prescrizione la pensano im modo opposto alla maggioranza. Di parere opposto Maurizio Gasparri e Gaetano Quaglieriello. Il capogruppo del Pdl al Senato e il suo vice dicono che il Csm non tiene conto degli appelli di Napolitano «alla leale collaborazione fra le istituzioni e al rispetto della distinzione fra i poteri», ed è ostinato nell’interferire «nel confronto parlamentare». Comunque, avverte la coppia, adesso discuteremo delle leggi «su pareri e pratiche a tutela» e una volta approvate finirà  «una prassi contraria allo spirito della legge e della stessa Costituzione». Il presidente del Csm Michele Vietti ha invece ribadito che l’organismo si è mosso rispettando le sue prerogative e si è augurato che «la nostra riflessione possa essere utile al ministro Alfano». Ieri, intanto, scambio di battute su questi temi a L’Aquila fra Napolitano e una cittadina. «Presidente, non consenta la prescrizione breve e il processo breve. Glielo chiedo in ginocchio. Faccia di tutto», ha detto la donna. «Questo lei non deve dirmelo. Conosco le questioni e le seguo come posso», ha risposto il presidente.


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