La leggenda nera del tiranno eterno
Per certo l’autore ignorava che dietro il ghigno del suo Hitler si stagliava la silhouette di Nerone. Il motivo del tiranno maledetto, che sopravvive alla morte per portare agli uomini nuova rovina, nasce infatti con lui: Nero redivivus.
Di un possibile ‘ritorno’ di Nerone si cominciò a parlare già pochi anni dopo la sua scomparsa. Ben tre presunti Neroni si fecero avanti in oriente, e non è da dire che le popolazioni ne fossero spaventate. Tant’è vero che Dione Crisostomo (come ricorda nel suo saggio Andrea Giardina) poteva scrivere queste parole: “Tutti si augurano che Nerone sia sempre in vita, e la maggioranza crede che effettivamente lo sia”. Accadde però che della figura di Nerone si impadronirono anche gli Oracoli Sibillini. Che cosa sono?
Per come oggi li possediamo, si tratta di qualche migliaio di esametri greci, scritti in uno stile decisamente oscuro, e la loro composizione abbraccia un arco (dicono gli studiosi) di circa settecento anni. Sono attribuiti alla Sibilla, la profetessa di cui già Eraclito diceva “con bocca furente pronunzia parole senza sorrisi, senza ornamenti, senza profumi, ma con la voce supera mille anni, per virtù del dio”. In questi versi si mescola un po’ di tutto, dalla propaganda favorevole ai Tolomei a quella anti romana. Gli oracoli mostravano infatti che, ben prima della guerra di Troia, la Sibilla avrebbe già previsto tutto – compreso l’avvento del Salvatore. Ma che cosa profetava a proposito di Nerone?
In un primo momento solo che l’imperatore sarebbe sopravvissuto e sarebbe tornato a Roma da oriente, per portar rovina alla città e vendicarsi di chi l’aveva deposto. Nel seguito, però, la sua figura acquisisce colori più foschi. Gli oracoli preannunziano l’avvento di un assassino, atleta, auriga, capace perfino di colpire il grembo della sposa (il famoso calcio nel ventre di Poppea), impegnato in imprese smisurate ed empie (il taglio dell’Istmo di Corinto?).
Per la verità su Nerone si scaricano anche iniquità che appartengono ad altri. Ecco per esempio la Sibilla profetare che egli distruggerà il Tempio di Gerusalemme, crimine commesso in realtà da Tito. Altri oracoli fanno poi coincidere il suo regno, la sua morte e il suo ritorno con l’eruzione del Vesuvio, che la Sibilla preannunzia come punizione divina per la distruzione del Tempio. In seguito gli oracoli spostano sempre più avanti il ritorno dell’imperatore maledetto, su su fino alla fine dei tempi, allorché Nerone combatterà direttamente contro Dio – il matricida si è identificato con Satana, adesso Nero redivivus è Belial. E che dire se il nome “Nerone” potesse addirittura fornire la soluzione per il celebre enigma dell’Apocalisse? Quel numero 666 che cela l’identità umana della “seconda bestia”? Basta infatti scrivere in greco “Nerone Cesare” – o almeno così si è sostenuto – per poi translitterare il tutto in ebraico e contare, utilizzando le lettere come numeri: si ottiene proprio 666. Pur se, bisogna dire, certi fondamentalisti americani giuravano che si raggiungeva lo stesso risultato anche con “Bill Clinton”.
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