La Nato: “In Libia ci vogliono più aerei”

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BERLINO – Ci vogliono più aerei da bombardamento per battere Gheddafi, avverte il consulto speciale dei ministri degli Esteri della Nato riunitosi ieri a Berlino. Avanti con i raid, ma puntando a una soluzione politica: uscita di scena del dittatore e negoziati per la transizione alla democrazia, una Costituzione e libere elezioni, è la richiesta dell’Alleanza atlantica. Ma Gli Stati Uniti frenano timidi sulle richieste di Gran Bretagna e Francia, rifiutano ancora di partecipare a nuove missioni dal cielo in prima linea. «Gli Usa – attacca poi il ministro degli Esteri francese Alain Juppè – si rifiutano di tornare in prima linea nell’operazione militare contro Gheddafi». Anche se ieri Hillary Clinton ha assicurato che «l’America continuerà  a partecipare ai raid fino all’uscita di scena del rais». Le forze del regime tentano molti contrattacchi. Specie a Misurata, “la città  martire”: bombardamenti dei cosiddetti “lealisti” su quartieri civili, almeno 23 morti. Cui Royal Air Force e Armée de l’Air hanno risposto bombardando panzer, artiglieria e bersagli fissi dei gheddafiani anche attorno a Tripoli, anche vicino alla caserma-bunker di Bab el Azizia dove vive il Colonnello. «Ci vogliono più aerei, ci manca almeno il 10 per cento di forza nel cielo», ha detto il segretario generale della Nato, il danese Anders Fogh Rasmussen. Ma l’Alleanza non demorde, egli spiega: «Intervenendo abbiamo comunque scongiurato stragi di civili ben più grandi». Avanti con i raid, intensificare il pressing militare su Gheddafi, per arrivare a una soluzione politica, è il messaggio lanciato ieri da Berlino dai ministri degli Esteri dell’Alleanza. La soluzione politica si pone tre obiettivi: continuare i raid finché le forze gheddafiste cessino gli attacchi alla popolazione, si ritirino nelle loro caserme, permettano a tutti libero accesso alle zone che abbiano bisogno di aiuto. «Il messaggio è forte e chiaro, non c’è un futuro per il dittatore», ha detto persino il vicecancelliere e ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle, pure padre dell’astensione di Berlino all’Onu sulla no-fly zone. Nobile messaggio, ma su come arrivarci la Nato non appare abbastanza unita. Mentre le forze del regime mostrano rinnovata energia. Attaccano a Brega e Agedabija, si avvicinano a Misurata, la bombardano, e nascondono panzer e artiglieria in centri abitati dove l’Alleanza non vuole bombardare. Missili e bombe dell’Occidente cadono attorno a Bab el Azizia, il bunker del Colonnello, ma possono avere al massimo valore di avvertimento: solo gli ordigni da dieci tonnellate che unicamente i bombardieri americani possono sganciare la minaccerebbero. «L’Italia su questo sfondo ha deciso di continuare con azioni dell’aeronautica solo contro la contraerea e i radar contraerei di Gheddafi per aiutare i raid alleati», ha spiegato il ministro degli Esteri Frattini. Dunque nessuna estensione del mandato per i piloti italiani. Perché, «altrimenti dovrebbe pronunciarsi il Parlamento».


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