Rai, stop alle nomine della discordia

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ROMA – Salta il pacchetto di nomine proposto dal direttore generale della Rai Mauro Masi. Tutto azzerato. Per Susanna Petruni, candidata alla direzione del Tg2, si allontana l’ambita poltrona; Gennaro Sangiuliano non corona il sogno di diventare vicario di Minzolini; Franco Ferraro non trasloca da SkyTg24 alla vicedirezione del Tg1. Se ne riparlerà  giovedì. Un cda di appena mezz’ora. Subito dopo, Masi è andato a Palazzo Chigi, dal sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta: avrebbero parlato di alcuni progetti per “Italia 150”, della gestione Rai (della quale Berlusconi è scontento), ma anche del suo futuro di manager. Masi è in corsa come presidente o ad di varie imprese pubbliche, da Snam a Consap (consessionaria di servizi assicurativi pubblici). Il diretto interessato smentisce, ma lunedì il Tesoro renderà  nota la rosa dei nomi per le varie società . Intanto il cda Rai è paralizzato: alla maggioranza politica, che ispira le nomine, non corrisponde la volontà  dei consiglieri di Pdl e Lega. Ieri, è stato Angelo Maria Petroni, designato dal Tesoro, a chiedere «approfondimenti» sui candidati di Masi con forti dubbi sull’assunzione dell’esterno Ferraro (in quota Lega), proprio mentre l’opposizione annuncia un esposto alla Corte dei Conti sui danni economici che l’assunzione di esterni produrrebbe all’azienda. Il cda ha affidato l’interim della direzione del Tg2 al vicedirettore Mario De Scalzi, nomina passata a maggioranza. Ma il consigliere Rodolfo De Laurentiis (Udc) annuncia di voler «impugnare la delibera». Al prossimo cda, Masi presenterà  «qualche ritocco» per accontentare i vari appetiti politici: serve l’appoggio di Tremonti (Petroni) e non si può scontentare la Lega (Bianchi Clerici) con la bocciatura di Ferraro. Il presidente Rai, Paolo Garimberti, è «lieto che non si sia proceduto con nomine che avrebbero lacerato il cda», auspica «scelte ampiamente condivise». Cantano vittoria i consiglieri di minoranza Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten: «Il pacchetto di nomine non è stato rinviato ma ritirato, a dimostrazione che le prove di forza non servono». Roberto Rao (Udc) disapprova il clima che si respira in Rai: «Il cda si lacera perfino su un interim che tutti speriamo brevissimo». Pancho Pardi (Idv) invita Masi alle dimissioni perché «lo stop alle nomine al Tg1 e al Tg2 rappresenta l’ennesima sconfitta del dg Rai». Per Enrico Letta (Pd) è in corso un «mercato delle nomine: le professionalità  vengono dopo le appartenenze politiche».


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