Vergès: “Pronto a difendere Gbagbo deposto da un golpe dei francesi”

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PARIGI – «L’arresto di Laurent Gbagbo è un odioso colpo di Stato perpetrato dall’esercito francese. Quando c’è da difendere un “cattivo”, non si tira mai indietro». Con il solito gusto per la teatralità  e la battuta ad effetto, l’avvocato Jacques Vergès continua a schierarsi con l’ex presidente della Costa d’Avorio, ormai sotto la custodia delle Nazioni Unite e portato in un luogo segreto. «Macché resa – continua Vergès, 85 anni, in passato legale di Klaus Barbie, del terrorista Carlos e del dittatore Milosevic – i militari francesi sono andati a sequestrarlo in casa sua». Il ministro della Difesa, Gérard Longuet, nega che i soldati dell’operazione Liocorno siano entrati nella villa di Gbagbo. Lei che prove ha? «Il governo mente, sapendo di mentire. Abbiamo raccolto ad Abidjan diverse testimonianze che confermano questa circostanza. D’altra parte, l’ambasciata francese ha fatto saltare con la dinamite un tunnel segreto che permetteva la fuga dalla residenza presidenziale: è la prova di quanto sia implicato il nostro paese». Intanto Gbagbo ha chiesto di deporre le armi. E’ venuto il tempo della riconciliazione? «Ma non è stato lui a provocare gli scontri delle ultime settimane. Sono le bande di assassini al soldo di Alassane Ouattara, responsabili di massacri nell’ovest del paese, denunciati anche dall’Onu e dalla Croce Rossa». Anche l’ex presidente è accusato di violenze e massacri, potrebbe essere presto processato. «Vedremo. Non credo che avranno il coraggio di processarlo, perché dovrebbero indagare anche su ciò che è successo dalla parte di Ouattara. E le vittime civili imputate a Gbagbo ci sono state durante i combattimenti, sono stati danni collaterali». Gran parte della comunità  internazionale ha riconosciuto l’elezione di Ouattara. Perché non accettare il risultato? «E’ stata una gigantesca frode elettorale. Lo sapevano anche i francesi. Ma è prevalso il desiderio di ricolonizzare la Costa d’Avorio per accaparrarsi le immense risorse del paese. Ouattara non è popolare, basta vedere nelle strade di Abidjan da che parte sta la gente. E’ un fantoccio dei francesi». Ha intenzione di difendere Gbagbo se verrà  incriminato? «Sono a disposizione. Credo veramente che lui abbia rappresentato un’Africa nuova, non sottomessa agli interessi occidentali. Purtroppo l’ha pagato a caro prezzo. Appena possibile andrò in Costa d’Avorio per incontrarlo».


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