Annozero, missione compiuta

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Le iniziative parlamentari per mettere a tacere le «micidiali» trasmissioni Rai, minacciate da Silvio Berlusconi qualche giorno fa, potranno ancora essere assunte. I bersagli del Cavaliere sono molti. Ma Michele Santoro, la principale ossessione televisiva del premier, non aspetta. Questa volta se ne va davvero, verso La 7: il contratto non sarebbe ancora firmato, ma la trattativa per una o più prime serate è avanzata. Sicuramente via dallo «spazio Santoro» su Raidue assegnatogli finora dai vertici di viale Mazzini perché costretti dalle sentenze dei giudici, che avevano dato ragione al giornalista cacciato dall’editto bulgaro e poi appunto reintegrato.
L’addio di «Michele chi?» alla tv pubblica (ma le parti non escludono possibili intese future per altri programmi), anticipato ieri dalla notizia della scomparsa di Annozero (anzi, dello «spazio Santoro») dai palinsesti autunnali illustrati in cda, e poi ufficializzato con una nota dell’azienda, è «consensuale». Nel senso che la Rai e il giornalista «hanno inteso definire transattivamente il complesso contenzioso, da troppo tempo pendente, altrimenti demandato alla sede giudiziaria», come si legge nella nota di viale Mazzini. Solo facendo «cessare gli effetti della sentenza del Tribunale di Roma, confermata in appello, in materia di modalità  di impiego di Michele Santoro», l’azienda e il conduttore recuperano «la piena reciproca autonomia decisionale», scrive ancora la Rai. L’azienda (o almeno la maggioranza berlusconiana), «autonomamente» avrebbe fatto volentieri a meno di Santoro, e il giornalista – in attesa della sentenza della Cassazione prevista per domani – in caso di nuova decisione a lui favorevole sarebbe comunque rimasto imbrigliato nello spazio al quale quelle sentenze avevano finito per condannarlo, senza possibilità  di studiare format alternativi, secondo l’interpretazione data da viale Mazzini. E sempre con il fiato sul collo di Berlusconi o dei suoi esecutori (tipo Alessio Butti, il capogruppo Pdl in commissione di vigilanza che cerca di piantare fantasiosi ostacoli per i programmi sgraditi a Arcore, come le conduzioni a targhe alterne).
La nuova direttrice generale Lorenza Lei riesce dunque lì dove aveva fallito Mauro Masi, che l’anno scorso era arrivato a un soffio dalla risoluzione del contratto da dipendente Rai di Santoro (ne sarebbe stato firmato un altro, di collaborazione), ma l’intesa era inciampata sulla clausola di non concorrenza che questa volta non è prevista. Ed è quello che lamentano sia i consiglieri dell’opposizione, che considerano l’addio di Santoro una perdita pesante, anche in termini economici, sia quelli della maggioranza.
I rappresentanti del Pd in cda, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, sottolineano anche che la trattativa è avvenuta all’insaputa del consiglio. Il presidente Paolo Garimberti invece riferisce di essere stato informato giorni fa che erano in corso riservatissimi contatti e di averne appreso l’esito ieri. Ma, aggiunge secco, se «spiace sempre perdere un professionista, ho profondo rispetto per il diritto di ciascuno di essere artefice del proprio destino». Capitolo chiuso. Al punto che (ma non per volontà  di Garimberti), il conduttore ha dovuto annullare la conferenza stampa per la conclusione di Annozero organizzata per stamattina a via Teulada. Motivo: un ex dipendente non può utilizzare i locali aziendali. E così volano anche i piatti.
E il destino degli altri conduttori a rischio? Che tempo che fa? di Fabio Fazio resta confermato al sabato e alla domenica, ma va a vuoto il tentativo del direttore di Raitre Paolo Ruffini di allungarlo al lunedì. Conferme, al momento, anche per Ballarò, Report e Parla con me. Ma i contratti non sono ancora definiti e non è escluso che – al di là  della decisione del cda che domani voterà  i palinsesti – Santoro possa fare da apripista almeno per Fazio. Chi andrà  il giovedì in prima serata su Raidue? Lo spazio in palinsesto è ancora vuoto, ma si ipotizza la promozione di Gianluigi Paragone.
In ballo ci sono anche le nomine, con possibili incursioni nelle reti. I direttori aspettano non troppo fiduciosi, ma furibondi per le modifiche fatte dalla direzione generale ai palinsesti da loro illustrati in cda la scorsa settimana.


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