Davanti a Montecitorio la polizia carica i cobas

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ROMA – Silvio Berlusconi parla in aula a Montecitorio. Fuori, nella piazza, manifestano i Cobas contro Brunetta, contro il precariato. All’improvviso esplode una bomba carta, vengono accesi alcuni fumogeni, parte il lancio di libri, uova e ortaggi mentre sale più forte il coro “dimissioni, dimissioni». 
Gli agenti spostano allora le transenne e avanzano verso i dimostranti per allontanare i manifestanti ancor di più dalla Camera. Un cameraman viene travolto, un uomo con una maglia bianca, occhiali scuri, una ricetrasmittente in mano, strattona un manifestante che cade sul selciato, cerca di strappare via una tenda, si rivolge minaccioso verso una donna. Un collega in divisa lo ferma, lo strattona, gli mette una mano in faccia e lo allontana. 
I manifestanti pacificamente si allontano. Torneranno più tardi, dopo avere concordato con la polizia di poter rimanere in piazza fino alle 18. Nell’aula strapiena di Montecitorio il deputato dell’Idv Evangelisti da notizie sugli scontri. Fini annuncia che appena possibile si parlerà  della vicenda.
Gli scontri sono durati pochi minuti. Poi iniziano le proteste politiche. Il portavoce nazionale dei Cobas Piero Bernocchi accusa: «Si tratta di un’aggressione senza alcuna giustificazione, che rivela la vendicativa e isterica crisi di nervi che ha attraversato l’aula parlamentare e il governo Berlusconi». 
Alcuni partecipanti alla manifestazione spiegano che ad innescare lo scontro sono stati causati da alcuni infiltrati. «Quelli che fra noi sono romani, hanno riconosciuto qualche faccia del cosiddetto “movimento 14 dicembre” ma è stato troppo tardi», spiega un militante. Sono stati loro, conferma uno studente a lanciare le uova e i petardi.


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