Gaza, l’appello degli attivisti “L’Italia protegga la Flottiglia” il governo: tenteremo di fermarvi

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ROMA – La Farnesina non ha nessuna intenzione di schierarsi a difesa della Freedom Flotilla e dei cittadini italiani che saranno imbarcati nel viaggio verso Gaza. Anzi, il ministero degli Esteri «vuole adoperarsi per evitare la partenza» del convoglio intenzionato a forzare il blocco israeliano al largo della Striscia. L’appello dei militanti al governo è stato respinto nettamente: per Franco Frattini «il modo migliore per portare assistenza agli abitanti di Gaza è quello di inviare gli aiuti umanitari attraverso gli appositi valichi terrestri, evitando ogni tipo di provocazione». Tanto più dopo che l’anno scorso la missione della flottiglia era finita tragicamente, con l’assalto delle truppe speciali israeliane alla nave turca “Mavi Marmara” che apriva il convoglio e l’uccisione di nove persone.
Ma i militanti non ci stanno e hanno chiesto l’intervento di Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: «Ci muoviamo con mezzi assolutamente pacifici, siamo disarmati e non riteniamo di essere una minaccia per Israele: il governo italiano è tenuto a garantire l’incolumità  dei cittadini italiani che saranno in acque internazionali e disarmati». La delegazione italiana, accompagnata da un robusto numero di giornalisti, sarà  a bordo della nave “Stefano Chiarini”, carica, garantiscono gli organizzatori, di medicinali, aiuti alimentari e sacchi di cemento per la ricostruzione della Striscia.
Intanto Israele sottolinea che la sua linea non è cambiata. La Marina militare dello Stato ebraico si prepara a bloccare la strada alla flottiglia, annunciando che userà  gli idranti. Essa «rappresenta un pericolo per la sicurezza dei civili israeliani», ribadisce un portavoce militare, secondo cui consentendo la libera navigazione verso Gaza si consentirebbe ai «terroristi di Hamas» la possibilità  di rifornirsi di armi da utilizzare contro Israele.
Di opinione completamente diversa la scrittrice afroamericana Alice Walker, che in un’intervista a Foreign Policy ha annunciato l’intenzione di far parte della spedizione. L’autrice del “Colore viola” sottolinea che la missione delle navi non è solo quella di portare aiuti, quanto soprattutto quella di «portare attenzione» sulla situazione dei palestinesi. La Walker ricorda che la riapertura del valico fra la Striscia e l’Egitto è insufficiente: «Si possono solo portare due valigie, non si possono certo ricostruire le fognature in questo modo».

 


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