Mistero a Cuba, Chavez “in condizioni critiche”

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Piuttosto che sciogliersi sembra infittirsi il mistero sulle condizioni di salute del presidente venezuelano Hugo Chavez operato – ufficialmente per un ascesso pelvico – a L’Avana il 10 giugno scorso. In una sinfonia di rumors incontrollati ieri il quotidiano in lingua spagnola di Miami (el Nuevo Herald) ha assicurato che, secondo i servizi segreti americani, il leader della «rivoluzione bolivariana» si troverebbe in uno stato di salute «non grave ma comunque critico e complicato», aggiungendo che sua figlia Rosinés e la ex moglie, Marisabel Rodriguez, avrebbero raggiunto d’urgenza l’isola dei fratelli Castro due giorni fa. Altre fonti sostengono che Chavez sarebbe stato operato per un cancro alla prostata.
Una conferma indiretta sulla gravità  delle condizioni del presidente è arrivata dal ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro, che parlando in tv ha lanciato un messaggio talmente criptico da resuscitare i bollettini medici dell’Urss brezneviano. «Il presidente – ha detto il cancelliere Maduro – sta combattendo una gigantesca battaglia per la sua salute. Questa battaglia deve diventare la battaglia di tutti, la battaglia per la vita, per il futuro prossimo della nostra patria». 
Chavez è arrivato all’Avana l’8 giugno e il 10 è stato operato. Il 12 giugno in una intervista a Telesur ha detto che non poteva sapere con certezza quando sarebbe tornato a Caracas. Cinque giorni dopo il vicepresidente venezuelano, Elias Jaua, ha detto che Chavez sarebbe tornato «presto». Il giorno dopo, 18 giugno, sono state diffuse alcune fotografie nelle quali si vedeva Chavez nella sua camera d’ospedale, in tuta da ginnastica, insieme a Fidel e a Raul Castro. Il 20 giugno funzionari del governo a Caracas hanno detto che il presidente «stava tornando». Due giorni dopo suo fratello Adan, governatore dello Stato di Barinas, ha detto che sarebbe tornato a Caracas nel giro di «dieci o dodici giorni». L’altro ieri, 24 giugno, il primo messaggio del presidente su Twitter – social network che Chavez usa continuamente per restare in contatto con i suoi fan – senza nessun riferimento all’operazione.
A Caracas, dove Chavez è allo stesso tempo molto amato e molto odiato, da giorni ferve qualsiasi tipo di ricostruzione sulle ragioni della sua lunga degenza a Cuba dove però la sua malattia è «un segreto di Stato» fino a questo momento molto ben conservato.

 


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