“È una manovra da psichiatri” il governo si spacca su Tremonti

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ROMA – Tensione alle stelle nella maggioranza. Alla vigilia di una settimana cruciale per la manovra economica, il governo è nel caos. A dare la stura al disagio che da giorni serpeggia nelle fila di Pdl e Lega, ci pensa il sottosegretario alla Difesa. Le bozze della manovra preparata da Tremonti «andrebbero analizzate da uno psichiatra», attacca a testa bassa Guido Crosetto, ex responsabile economico di Forza Italia, perché piene di «demagogia». E perché dimostrano che il ministro dell’Economia vuole solo «trovare il modo di far saltare banco e governo». Una bocciatura pesante che tradisce un clima tutt’altro che sereno attorno alle misure da 43 miliardi, tra tagli e risparmi, predisposte dal ministro dell’Economia per il pareggio di bilancio entro il 2014, alla vigilia del confronto di domani nel vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli e giovedì in Consiglio dei ministri. «Quella del sottosegretario è un’uscita a titolo personale», prende le distanze Paolo Bonaiuti, portavoce del premier. «Ho espresso il mio pensiero dopo tre anni di silenzio e senza mandato di nessuno», ribadisce lo stesso Crosetto, qualche minuto dopo Bonaiuti. Ma la bufera sembra solo all’inizio.
In mattinata, il presidente del Consiglio aveva confermato, in un messaggio audio ai Promotori della libertà , «la politica di prudenza e rigore» che ispira l’esecutivo in questa fase. «Il governo manterrà  tutti gli impegni», assicurava Berlusconi, senza che manovra e riforma fiscale «provochino buchi di bilancio». Proprio come preteso da Tremonti e auspicato dall’Europa: risanamento e taglio delle tasse, senza deficit. «Il governo chiederà  al Parlamento la delega per la riforma fiscale prima della pausa estiva», aggiungeva Berlusconi, per una riforma da «realizzare entro 18 mesi da oggi».
Qualche ora più tardi il duro attacco sferrato da Crosetto. Il sottosegretario accusa il ministro di «pontificare» e «predicare bene, ma razzolare malissimo». «L’unico ministero che non ha subito tagli alla spesa corrente, ma anzi l’ha aumentata, è il suo», tuona il sottosegretario, ricordando i sacrifici imposti alla Difesa, con tagli «da 4 a 1,3 miliardi». «Sono stufo di inseguire funzionari del Tesoro chiedendo per favore di sapere cosa succederà  al mio ministero», lamenta Crosetto, «come se fossi un accattone per strada». Ma il suo sfogo è tutt’altro che personale.
«Non è più il momento in cui una persona pensa per tutto il governo. Siamo stufi di manovre che arrivano sui tavoli» e «di una cartellina vuota che verrà  riempita in seguito in via XX settembre da un uomo solo e dai suoi pretoriani». La critica affonda anche nel merito delle misure fin qui ipotizzate, bollate da Crosetto come «tagli senza razionalità ». Tremonti ha tenuto il Paese «in coma farmacologico», bloccando l’economia reale con «regole di oppressione fiscale» e con la demagogia. «Se pensiamo di risolvere i problemi dell’Italia mettendo un limite alla cilindrata delle auto blu… Io domani mi compro una Smart, se questo può salvare il Paese». Crosetto, infine, sfida il ministro, che «ha flirtato con le grandi banche e i grandi gruppi», a proporre in Consiglio dei ministri e in Parlamento «un progetto serio per il Paese». «Serve una manovra non solo di compressione della spesa, ma anche di rilancio del Paese».
Dall’opposizione, mentre il Pd si schiera compatto per denunciare la «paralisi» del governo, con Tremonti «di fatto sfiduciato», a conferma degli «effetti recessivi della manovra», l’Udc prende le difese del ministro dell’Economia «dagli attacchi ripetuti e scomposti della sua maggioranza», dice Rocco Buttiglione. «Non è assolutamente possibile dare il via a un assalto alla diligenza che faccia dilagare la spesa pubblica per ragioni propagandistiche», ribatte. La Lega, intanto, tace. Anche di manovra, se ne parlerà  al vertice di oggi nella sede milanese di via Bellerio.

 


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