Questo è il paese del sole

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Il 12 e 13 giugno potremo dare un secondo e definitivo colpo di grazia agli apprendisti stregoni dell’atomo (e dei super-affari), nonché agli accaparratori di acqua e ai sostenitori della legge che non è uguale per tutti. Ma il libro fa un passo oltre: non solo spiega perché l’uranio è una risorsa sulla via dell’esaurimento, non solo spiega come Fukushima sia il rivelatore dell’insicurezza cronica delle centrali, ma, di più, racconta in modo pratico, con abbondanza di schemi, grafici e mappe, come l’energia rinnovabile, il solare in particolare, sia molto più desiderabile dal punto di vista ambientale, sociale e politico. Già , perché sistemi centralizzati di produzione e distribuzione di energia sono non solo rigidi e inefficienti (l’efficienza e il risparmio sono le prime «fonti» rinnovabili), ma ostacolano una gestione democratica, alla portata dei cittadini, di questo settore decisivo della vita sociale. Perciò, con il tipico piglio degli autori (Meregalli si occupa della formazione per i Beati i costruttori di pace, per dire), «Cercare il sole» si propone anche come manuale pratico a disposizione di associazioni e comunità : volete l’energia solare? Bene, sappiate che il suo significato è questo, e che in pratica si fa così. Se posso permettermi, è, su questo lato della generale questione del limite, l’altra faccia del libro di DKm0, «Calendario della fine del mondo». Però c’è una ragione ulteriore di interesse, nel libro. Che si trova nell’introduzione di Enrico Panini, il quale scrive: «Servono politiche di crescita economica sostenibile fondata su un sistema energetico prevalentemente alimentato da fonti rinnovabili e territorialmente distribuito e sull’assunzione del limite ambientale come discriminante». E aggiunge: «Come Cgil siamo convinti che per l’Italia, per l’insieme delle sue caratteristiche economiche, produttive, sociali, ambientali e culturali la riconversione ecologica dell’economia… rappresenti una grande opportunità ». Anche per creare lavoro. Ora, a parte che «crescita» e «limite» non stanno insieme, queste parole di Panini vanno accolte da un applauso. Se la Cgil abbandonasse – come non fa in Valle di Susa – il sostegno a qualunque cosa sembri promettere «sviluppo» e «lavoro», i cittadini che hanno votato per candidati a sindaco che promettono tutela dei beni comuni, e che voteranno contro il nucleare e per l’acqua pubblica, troverebbero un alleato assai importante.


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