Napoli. Meno rifiuti in città Ma arriva il tifo
Le motivazioni del diniego rientrano nel protocollo standard usato in questi giorni dal Carroccio: «A prendere i rifiuti di Napoli non si fa il bene del capoluogo partenopeo» dice Cota. Mentre Zaia ne fa una questione costituzionale: «Noi siamo assolutamente fedeli alla Costituzione, che ci garantisce la libertà anche di dire no». La Lega dunque si ribella ma la risposta di Luigi De Magistris non si fa attendere: «Ci sbattono la porta in faccia. Questo dimostra come a parole siano schierati contro gli apparati politici ma in realtà siano una delle stampelle fondamentali dell’apparato partitocratico».
Napoli però non si arrende e dal comune fanno sapere che sono stati presi accordi con almeno 15 comuni per dare il via ai trasferimenti e De Magistris torna a chiedere al parlamento di apportare un emendamento per bypassare i nulla osta delle regioni e permettere l’intesa diretta tra amministratori. Il sindaco ha poi bocciato l’idea del commissario alle discariche Annunziato Vardè che con il governatore Stefano Caldoro avrebbe intenzione di allestire 6 siti nelle cave dismesse, ma ha chiesto alle 14 regioni che lunedì hanno aperto uno spiraglio sugli sversamenti di fare presto.
Ma se i cumuli in città tendono a diminuire, ieri a preoccupare i napoletani si è aggiunta la notizia di un uomo di Ponticelli colpito da tifo maurino, malattia che in città non si registrava da almeno 40 anni. «Non possiamo mettere in matematica relazione la comparsa di malattie con i rifiuti in strada, ma possiamo farlo per la proliferazione di ratti e blatte» ha spiegato Maria Triassi, direttore del dipartimento di igiene della Federico II. L’uomo è già stato dimesso, ma il tipo di malattia desta preoccupazioni. Il tifo maurino, i cui sintomi si manifestano con dolori addominali, febbre alta e pustole sul corpo, si trasmette tramite pulci e pidocchi spesso presenti nei ratti.
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