Palma Guardasigilli, il premier rallenta Alfano prepara l’uscita

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ROMA — Una partita da chiudere nelle prossime quarantotto ore, cioè entro domani, giovedì, quella della nomina del nuovo ministro della Giustizia, con il cambio della guardia a Via Arenula. Perché tutto altrimenti potrebbe slittare a dopo la pausa estiva. La direzione di marcia del premier resta la stessa: e così la sua determinazione a scegliere come successore di Angelino Alfano, il senatore pdl, ex pm del Tribunale di Roma, Nitto Francesco Palma.
Insomma, il presidente del Consiglio potrebbe annunciare il nome del nuovo Guardasigilli, già  oggi. Anche se la «doccia fredda» della lettera del capo dello Stato sul problema delle sedi operative dei ministeri inaugurate a Monza ha imposto a Berlusconi la necessità  prioritaria di «rispondere» al Colle sul problema sollevato dal capo dello Stato. Quando ha varcato il portone di Palazzo Grazioli, ieri sera, Alfano auspicava in cuor suo che la partita della sua successione si chiudesse in quei momenti, in un incontro a Palazzo Grazioli con il premier, con Niccolò Ghedini, Gianni Letta e Denis Verdini. Berlusconi era reduce da venti minuti di colloquio con Roberto Maroni. Che oltre ad essere il nuovo astro nascente della Lega è anche il titolare del Viminale, il ministero in cui Palma è attualmente sottosegretario, con un rapporto non eccellente (dicono i rumors di casa pdl) con lo stesso Maroni.
La giornata aveva registrato i maldipancia anche di alcuni ex an. Il sindaco di Roma Alemanno (dato in riavvicinamento a Fini) ha addirittura fatto il nome in pubblico del suo preferito al dicastero di Via Arenula: Alfredo Mantovano, un altro sottosegretario di Maroni al Viminale. Lo stesso capogruppo pdl al Senato, Maurizio Gasparri, aveva dichiarato che Nitto Palma «ha requisiti ma non è l’unico» . Ma appunto di umori si è trattato e non di altro, non in grado comunque di influenzare una decisione del genere.
Dal Quirinale intanto si faceva sapere che al momento Giorgio Napolitano non ha ricevuto proposte, né richieste di incontro e prima di fare qualsiasi valutazione attende un nome. Tutto fermo, perciò, almeno fino a oggi. Proprio il neosegretario pdl Alfano è stato in pressing sul Cavaliere per poter lasciare al più presto il ministero e dedicarsi al partito. Ieri già  si era dedicato con slancio al nuovo ruolo (dalla conferenza stampa del mattino per lanciare la Costituente popolare europea, alla nomina del «gruppo delle regole» su elezione degli organismi di partito e selezione dei candidati).
L’idea che Alfano comincia a delineare è un «dopo» per il centrodestra nel solco del Ppe, un «primo passo per la riunificazione delle forze moderate italiane, con la Costituente popolare» . Ad Andrea Ronchi, ex ministro fli delle Politiche comunitarie Alfano assegna «un posto nel board del Ppe a Bruxelles ed il ruolo di responsabile organizzativo del progetto costituente» . Ad Adolfo Urso, anch’egli in uscita da Fli, «il compito di coordinare le sei fondazioni già  riconosciute dal Ppe» .


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