Cgil: stretta ingiusta, vulnus sui contratti

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MILANO – Un vulnus e tanti altri mugugni, che però dovrebbero venire allo scoperto solo oggi, perché i dettagli della manovra del governo da 45 miliardi di euro saranno resi noti solo nella conferenza stampa di stamani. Le parti sociali reagiscono a bocche strette al comunicato del governo, ma una cosa che dietro le quinte non piace a nessuno è l’estensione erga omnes della contrattazione aziendale, in deroga allo statuto dei lavoratori.
L’entrata a gamba tesa del governo, sui contratti nazionali, era stata parata perfino da Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria che dopo l’incontro con l’esecutivo, e parlando a nome di tutte le parti sociali, aveva annunciato la formazione entro breve di un tavolo apposito. Nei giorni scorsi datori di lavoro e sindacati erano convinti di avere ottenuto dal governo di escludere la materia contratti dalla manovra bis, mentre pare che a causa dell’insistenza del ministro Maurizio Sacconi le cose ora vadano diversamente. Anche per questo, ieri sera, in viale dell’Astronomia nessuno s’è sbilanciato sulle nuove misure.
Più chiaro – e contrario – il giudizio della Cgil. A una prima lettura fatta con i suoi collaboratori, il segretario Susanna Camusso avrebbe definito la manovra «fortemente iniqua, con interventi del governo che rientrano nella disponibilità  delle parti, e che fino agli ultimi incontri si era detto non sarebbero entrati nella manovra». Sui tagli agli enti locali, poi, il sindacato della sinistra condivide le preoccupazioni espresse anche da membri della coalizione di governo e del Pdl, per cui le riduzioni di personale amministrativo si tradurranno in minori servizi ai cittadini. Inoltre la Cgil critica la scarsa progressività  delle misure di consolidamento fiscale annunciate: «A essere a più penalizzati sono ancora una volta i ceti medio bassi, – ha aggiunto Camusso ai suoi – come i pensionati e i lavoratori dipendenti. E manca del tutto quel segnale forte di responsabilità  dei più abbienti, tipo una tassa patrimoniale. E dire che l’ha fatta anche Nicholas Sarkozy in Francia». Un politico che di sinistra certo non lo è.
Tra i pochi commenti ufficiali c’è Giovanni Centrella, segretario generale Ugl, il sindacato della destra: «Apprezziamo lo sforzo del governo per il tempo record con cui ha varato una manovra, così come l’innalzamento della tassazione sulle rendite finanziarie, mentre diamo un giudizio negativo sulle misure indirizzate al pubblico impiego perché troppo penalizzanti». Atteso a un secondo commento, oggi, il gruppo Abi, coop, Ania, Cia, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria e Rete imprese, che ieri prima dell’annuncio aveva chiesto «Liberalizzazioni approvate subito, assieme a un piano preciso e impegnativo di privatizzazioni, specie dei servizi locali».


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