Hp “pensiona” il computer e punta al software

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NEW YORK – Che cosa succede se il più grande venditore di computer al mondo rinuncia a vendere computer? Hewlett-Packard ha smerciato più di 64 milioni di pc nell’ultimo anno. Vendite per 40 miliardi di dollari: il 18,5% del mercato globale. Eppure l’amministratore delegato Leo Apotheker non ha dubbi: «Per continuare ad avere successo in questo campo avremmo bisogno di investire un mucchio di capitale. E possiamo investirlo in posti migliori».
E’ più che una rivoluzione e non certo solo un annuncio. L’ipotesi ormai certa dello spin-off, cioè dello scorporo della divisione computer, è stata accompagnata dall’acquisto di un’azienda di software inglese, Autonomy Corp, per la bellezza di 10,25 miliardi di dollari. Insomma la stessa compagnia che appena dieci anni fa aveva investito tutto nei pc, fondendosi per 25 miliardi con la rivale Compaq, oggi punta sui servizi per le aziende e sul “cloud”, la “nuvola” che al posto dei vecchi pc sta diventando il nuovo strumento di lavoro, il magazzino-dati più economico e comodo dei vecchi e ingombranti processori.
Basta guardare ai conti: nell’ultimo trimestre la divisione computer ha incassato 9,59 miliardi, la divisione computing e servizi per le aziende 9,1. Hp deve scommettere sul suo futuro. E’ inevitabile. Ibm l’ha capito già  qualche anno fa quando ha dismesso l’hardware alla cinese Lenovo. Del resto i margini di crescita per i pc non sono più altissimi: dal 2 al 6 per cento. E ineluttabile si concretizza la previsione di Steve Jobs. Siamo entrati nell’era del post-pc, dice il fondatore di Apple: uno che l’era dei computer ha contribuito, eccome, a crearla, ma adesso sostiene che «il pc e il Mac saranno detronizzati». In favore di che? Ma naturalmente di quei telefonini e tablet su cui, ormai, navighiamo e guardiamo la posta, ma che sempre più utilizziamo anche come mezzi di lavoro (sempre Jobs dice che quasi il 90 per cento delle aziende nella lista delle prime 500 di Fortune utilizzano o stanno valutando di utilizzare il suo iPad).
Il mercato per la verità  non l’ha presa benissimo. Le azioni sono crollate del 9% nel giorno dell’annuncio e andate giù più del 20 ieri. Ma paradossalmente anche questo dimostra che la ricetta di Hp sarebbe quella giusta. La fuga dal titolo è stata spinta anche dalle previsioni al ribasso dei guadagni dell’altro grande gigante dei pc: Dell. Che fare? Per ora Hp si è avvitata in una cura dimagrante da 1 miliardo di dollari: rinunciando anche alla commercializzazione del tablet e dei telefonini con cui aveva inutilmente cercare di scalfire la supremazia di Apple. E’ un mondo in cui non si può sbagliare: e soprattutto c’è spazio per sempre meno primattori. Da una parte Apple con i suoi iPhone e iPad. Dall’altra Google, il gigante del web, che ha appena speso 12 miliardi per comprarsi i telefonini di Motorola. Una mossa che solo apparentemente sembra andare controcorrente: tutti corrono al software e i re del software corrono all’hardware? No, per la verità  si torna “a bomba”: la scommessa sui telefonini è l’ennesima campana a morto sul business dei computer. Anche quando sono davanti al mio pc, dice Larry Page, il fondatore e amministratore di Google, il mio occhio è sempre sul telefonino.


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