I dipendenti Volkswagen puntano al 2-3%

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ROMA – Gli ordini crescono. Al punto che «è un problema organizzare i turni straordinari per far fronte all’elevata domanda», ammette Bernd Osterloh, leader del consiglio di fabbrica della Volkswagen e anche membro del consiglio di sorveglianza. E dunque perché non sfidare i mercati che ieri hanno bocciato pesantemente la casa automobilistica tedesca (-6,98%), come tutto il comparto, dopo le plumbee previsioni di Goldman Sachs per il 2012 di un calo nella vendita di auto tra il 3 e il 7 per cento?
In realtà , gli affari vanno bene per la casa di Wolfsburg. Gli ordini, appunto, superano quelli del 2010. E la produzione è già  coperta «fino a fine anno», con previsioni di domanda più che buone. Sarà  per questo che i dipendenti del celebre marchio tedesco, nonostante crisi e crolli generali, chiedono di contare di più e puntano a conquistare un 2-3 per cento di azioni ordinarie con diritto di voto della propria azienda. «Penso che arriveremo a una soluzione entro fine anno», conferma Osterloh, negando un rallentamento nella domanda di vetture. «Non ci sarà  un aumento di capitale delle azioni ordinarie», precisa, ricordando che il gruppo non dispone più di azioni proprie, ma che «c’è ancora potenziale» nel capitale di terzi. La maggior parte del capitale ordinario di Volkswagen è detenuta dai Porsche, dal Land della Bassa Sassonia e dall’emirato del Qatar.
Per quanto riguarda le recenti indiscrezioni sull’intenzione a rilevare Opel, «non si è mai posta la questione», ha tagliato corto Osterloh, smentendo le voci di un possibile ingresso nel capitale della casa tedesca, ora nelle mani della General Motors, con sede a Rà¼sselsheim in Assia. Al contrario, «l’interesse della Volkswagen per Alfa Romeo continua, ma presuppone però che la casa sia in vendita». Ipotesi, questa, sulla controllata Fiat al momento esclusa dall’ad Sergio Marchionne.
Osterloh ha anche mostrato fiducia nel fatto che le divergenze con il partner giapponese Suzuki si appianeranno: «Il rapporto non è così danneggiato come afferma l’opinione pubblica». Nei giorni scorsi l’agenzia Bloomberg aveva rilanciato il divorzio tra i due colossi, ottenendo una conferma della separazione dal responsabile dei progetti internazionali del gruppo tedesco, Hans Demant.


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