Imprese, in risalita utili e ricavi l’occupazione continua a calare

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MILANO – Le aziende italiane aumentano utili e fatturato, al punto che per la fine dell’anno – salvo il riacutizzarsi della recessione di cui si vedono i primi segnali – potrebbero tornare ai livelli precedenti allo scoppio della crisi del 2007. Ma allo stesso tempo non cresce l’occupazione. Anzi, le imprese continuano inesorabilmente a perdere posti di lavoro, come è avvenuto negli ultimi tre anni con una tendenza che va confermandosi anche in questi primi mesi del 2011.
Ci sono molte zone d’ombra nel rapporto che l’ufficio studi di Mediobanca ha pubblicato ieri, prendendo in esame i bilanci 2010 di 2.030 società  italiane che coprono il 50% del fatturato dell’intera industria (oltre al 68% dei servizi pubblici, il 31% dei trasporti e il 21% delle distribuzione al dettaglio). Ad esempio, ci dice che in tre anni le imprese italiane non sono ancora riuscite a recuperare quanto hanno perduto dopo la crisi scoppiata con la bolla dei mutui facili nel 2007. Anche se non manca molto e il sospirato recupero potrebbe arrivare già  entro la fine dell’anno.
Vediamo nel dettaglio. Il livello delle vendite, alla fine dell’anno scorso, era ancora un 4% rispetto al livello di fine 2007. In tutto ciò, il fatturato complessivo l’anno scorso è salito dell’8,2%, ma si tratta di una crescita dovuta soprattutto al peso dell’export (+12,6%) rispetto al mercato interno (+6,5%). Non solo: a sostenere il recupero delle vendite rispetto al dato del 2007 sono state di gran lunga le imprese pubbliche (+6,3%), la cui ripresa è stata vanificata dall’andamento delle vendite del settore privato (-6,7%).
Il risultato migliore per le imprese italiane nel 2010 lo si legge alla riga dell’utile netto. In questo caso il balzo rispetto al 2009 è stato addirittura del 64,2%, anche se rimane del 12% inferiore al dato raggiunto prima della crisi nel 2007. Mentre soffre la marginalità  delle aziende. Tanto è vero che il documento Mediobanca sottolinea come per questo fondamentale nemmeno a fine 2011 si tornerà  ai livelli del 2007.
In tutto questo, a non fare passi avanti è il mercato del lavoro. Nel 2010, per la terza stagione consecutiva, il numero di occupati nelle imprese è calato: l’anno scorso il numero dei dipendenti è sceso di un altro 2%, portando la flessione complessiva dal 2007 al 5%. In questo caso, i tagli hanno riguardato più il settore pubblico (-6,9%) che il privato (-4,7%) come il terziario (-4,1%). Per salvaguardare i bilanci, le aziende hanno tagliato drasticamente anche gli investimenti, nonostante siamo cresciuti del 5,1% rispetto al 2009. Perché rispetto al 2007 sono a un livello inferiore del 16,2%, con i privati (-22,7%) che hanno tagliato assai più delle imprese pubbliche (-1,9%).
Infine non mancherà  di far discutere il dato sulla tassazione. L’aliquota media fiscale cui sono state soggette 2.030 le aziende analizzate nello studio Mediobanca è ammontata nel 2010 al 25,6%, in calo rispetto al 30,1% del 2009. Ma l’aliquota varia a seconda del livello dell’impresa: quella massima colpisce sempre le imprese di medie dimensioni (34,6% contro 34,8% nel 2009), la minima le società  quotate (18,8% contro 26,7% nel 2009).


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