“Precipita tutto, il 18 un decreto”, ma il governo delude le parti sociali

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ROMA – «Tutto è cambiato, tutto precipita, servono scelte rapide, valutiamo tutte le possibilità  e tutte le ipotesi». E’ questo il messaggio che ieri sera il governo ha dato alle parti sociali convocate a Palazzo Chigi. Un messaggio affidato alle parole di Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza, e dai toni molto più drammatici rispetto alle dichiarazioni rilasciate dei giorni scorsi.
Il vertice è stato scarno nei contenuti – il governo non ha detto praticamente nulla sugli interventi che metterà  in atto – ma preciso su obiettivi e date. Il ministro Tremonti ha infatti ammesso che la manovra, oltre che anticipata, «va ristrutturata». Non ha parlato di saldi (ma le stime vanno dai 32 ai 36 miliardi), ma ha invece precisato che il rapporto deficit-Pil (che quest’anno è al 3,8 per cento) dovrà  scendere, nel 2012, fra l’1,5 e l’1,7 per cento, per arrivare al pareggio nel 2013.
«Manterremo gli impegni presi, faremo tutto, presto e bene e in maniera inequivoca» ha detto il premier Berlusconi, annunciando che il prossimo Consiglio dei ministri si terrà  entro il 18 agosto e forse anche prima, il 16. Resta in piedi anche la suggestiva possibilità  di un decreto di Ferragosto. Quanto alla strade da intraprendere, le uniche informazioni le ha date ancora Letta: «Nei prossimi giorni partiranno due tavoli fra governo e parti sociali su lavoro e infrastrutture».
Questo e poco altro: in realtà  dal vertice, a parte il calendario e gli obiettivi, le parti sociali si aspettavano qualcosa di più preciso sugli interventi da effettuare e sulle risposte da dare alla Bce. Dettagli complessi da fornire visto che, su una delle misure più pesanti, la previdenza, la maggioranza fatica a trovare una sintesi: mentre una parte del governo parlava a Palazzo Chigi, un’altra – la Lega – faceva saper attraverso le parole del suo leader, Bossi, che «le pensioni non si toccano».
Difficile dunque per le parti sociali nascondere la delusione per com’è andato l’incontro. Susanna Camusso lo ha detto chiaro e tondo: «E’ stato fumoso, non all’altezza dei problemi e della trasparenza necessaria per il momento di crisi che stiamo vivendo». Commento secco anche per Confedir-Mit (l’associazione dei dirigenti pubblici e privati) che ha giudicato il vertice «una farsa». Più soft il giudizio che le parti sociali, nel loro complesso, hanno affidato alle parole di Emma Marcegaglia, che ha sintetizzato per tutti: «Il governo non ci ha anticipato i contenuti del decreto – ha detto la leader degli industriali – Tutti abbiamo condiviso che dev’essere una manovra di rigore e di equità , tutti abbiamo chiesto un chiaro taglio ai costi della politica e a tutta l’articolazione complessa e costosa dello Stato». «Presti – ha precisato – ci incontreremo per discutere di lavoro, materia che deve essere nella disponibilità  delle parti».
Delusione delle parti sociali anche riguardo ai contenuti della lettera che nei giorni scorsi la Bce ha inviato al governo: «Ci aspettavamo che venissero esplicitati» ha ribadito durante il vertice il portavoce di Rete Imprese e leader della Cna Ivan Malavasi. «La lettera è riservata e i contenuti non possono essere pubblicati»ha risposto Gianni Letta.


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