Strappo Cgil: sciopero generale
Una presa di posizione che il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, considera « ingiustificabile » e che il presidente della Fiat John Elkann critica apertamente: « Non credo che ci dobbiamo unire a loro — ha detto a margine del meeting di Rimini —. Credo che questo sia un momento in cui dobbiamo essere tutti uniti per risolvere seriamente quello che c’è da risolvere » .
La linea della Fiom e della sinistra del sindacato, che incalzavano Susanna Camusso sulla data dello sciopero, è stata sposata alla fine anche dalla componente riformista, che propendeva inizialmente per una convergenza sulla mobilitazione con Cisl e Uil. Ora lo sciopero ripropone la spaccatura, ricucita a fatica nei mesi scorsi dalla segretaria Cgil.
Su questo calca i toni il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che parla di « situazione stucchevole » . « A che serve — aggiunge — questo sciopero generale, che non è generale perché non vi partecipano tutti ma di una parzialità che è sempre più parzialità ? » . « Le buste paga dei lavoratori — dice, spiegando il perché del « no » allo sciopero — sono già abbastanza ridotte e anche le aziende sono in difficoltà » . Anche il leader della Uil, Luigi Angeletti, lo definisce « l’ennesimo sciopero generale in solitaria: non produrrà alcun effetto se non di far perdere un po’ di soldi ai lavoratori » . Ementre i due sindacatimoderati annunciano, insieme, un presidio davanti al Senato per il 1 ° settembre, la Cgil ha scelto nuovamente lo sciopero, tra l’altro in una giornata atipica, il martedì. L’intenzione è farlo coincidere con l’iter al Senato della legge di conversione, prima che il testo venga approvato e inviato blindato alla Camera.
« Era necessaria un’accelerazione— fa notare la Cgil— per cui la decisione, che non ha visto posizioni contrarie, è stata anticipata » sulla base del mandato ricevuto dall’ultimo Direttivo, senza passare dalla ratifica del parlamentino del sindacato. E così la riunione, che era stata anticipata a fine mese, si terrà come previsto il 9- 10 settembre. Nessun pollice verso alla proposta della Camusso, ieri, al termine dell’analisi del segretario che ha dato indicazione di andare allo sciopero per « ottenere dei cambiamenti » : quelli indicati in una contromanovra, a saldi invariati, elaborata dall’ufficio studi, che verrà illustrata oggi davanti a Palazzo Madama. E anche se nei giorni scorsi era circolata l’ipotesi alternativa di una manifestazione nazionale a Roma, di sabato, « il giudizio sulla manovra è condiviso da tutti i segretari — spiega un dirigente — e nessuno ha proposto strade alternative » . L’astensione è stata indetta in concomitanza con la mobilitazione già annunciata dai metalmeccanici per il 5 e 6. Il segretario Maurizio Landini plaude alla scelta: « È la risposta giusta e rapida per agire mentre il Parlamento sta discutendo la manovra, perché l’obiettivo è cambiarla » .
Ritiene lo sciopero « solo l’inizio di una mobilitazione straordinaria che deve andare avanti » . 6 settembre Alla notizia della decisione Maurizio Sacconi allarga le braccia entrando in commissione Lavoro al Senato per la manovra: « Ma va? È una novità ! » . « Credo— spiega— che lo strumento dello sciopero, assolutamente legittimo e rispettabile, sia in questo contesto in contraddizione con l’esigenza di sostenere la crescita e l’occupazione » . Di « irresponsabilità » , parla nel Pdl Fabrizio Cicchitto. Mentre Antonio Di Pietro difende la scelta: « Nello scontro tra l’agnello e il lupo, non possiamo che essere dalla parte dell’agnello » .
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