Allarme attentati per l’11/9: “Minaccia credibile”

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NEW YORK – Dall’alba di ieri, maledicendo il traffico, gli automobilisti newyorkesi sono stati costretti ad attraversare il ponte di Brooklyn su una corsia unica, sotto gli occhi vigili dei poliziotti. Centinaia di camion e furgoni che volevano infilarsi nei tunnel dell’East River sono stati perquisiti. La stazione di Grand Central sembrava in stato d’assedio e sono stati rafforzati i controlli nei tre aeroporti metropolitani. «Non vogliamo che qualcuno ci privi delle nostre libertà  approfittando della disattenzione», ha spiegato Michael Bloomberg, il sindaco di New York, riferendosi in varie conferenze stampa, anche notturne, all’ennesima minaccia di attentati. Come per ogni altro appuntamento simbolico, infatti, anche questa volta l’intelligence americana ha raccolto voci su un possibile attacco terroristico. E ha subito suonato l’allarme: anche perché siamo alla vigilia del decennale dell’11 settembre 2001 e non esiste data più significativa né per l’America né per i suoi nemici.
«Esistono informazioni specifiche, credibili, anche se non confermate», hanno riferito i servizi, prima a Barack Obama giovedì mattina (che ha ordinato di raddoppiare le misure di protezione), poi al resto del paese nella notte. L’ipotesi? Tre terroristi già  entrati negli Stati Uniti e pronti a fare esplodere un’autobomba o addirittura un camion-bomba in coincidenza con l’anniversario. Secondo quanto ha fatto sapere l’Fbi, negli archivi e nei computer trovati nel villino di Abbottabad, in Pakistan, dalla squadra speciale che a maggio ha eliminato Osama Bin Laden, erano stati trovati riferimenti all’anniversario dell’11 settembre. Il leader di Al Qaeda avrebbe voluto far parlare di sé e dimostrare al mondo di essere ancora temibile. Intercettazioni satellitari e il lavoro sul terreno hanno confermato il pericolo di una azione temeraria, ordinata da Al Zawahiri, il successore di Bin Laden. «Abbiamo notizie che ancora una volta – ha detto il segretario di Stato Hillary Clinton – Al Qaeda starebbe cercando di colpire gli americani». Di qui l’allarme che ha costretto gli abitanti di New York e di Washington (anche la capitale è considerata a rischio) di convivere ancora una volta con la paura. L’allarme è arrivato fino in Italia dove questure e prefetture sono state invitate a «intensificare la vigilanza sugli obiettivi sensibili».
Obama vuole ovviamente evitare di ripetere l’errore di George W. Bush, che, nonostante le informazioni ricevute nell’agosto 2001, un mese prima degli attentati alle Twin Tower e al Pentagono, restò con le mani in mano. Da allora il governo e le amministrazioni locali non hanno scrupoli nel diffondere le notizie su possibili attentati. Per il momento la strategia ha funzionato: la polizia di New York ha sventato almeno 13 attentati dal 2001. «Per noi è essenziale», dice il capo della polizia di New York, Raymond Kelly: «Il terrorismo punta a fare teatro e la nostra città  è il più grande palco del mondo». A dispetto delle minacce, la ricorrenza dell’11 settembre sarà  celebrata domani secondo i programmi: e a Ground Zero, oltre a Obama, arriverà  anche Bush.


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