Bastia Umbra: giovani che non aspettano la pace, la fanno

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Ma quest’anno la Marcia è “iniziata” in anticipo e rispondendo all’appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel messaggio di capodanno aveva invitato tutti ad “Investire sui giovani, scommettere sui giovani, chiamarli a fare la propria parte e dare loro adeguate opportunità ”, la Tavola della pace e il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani hanno deciso di creare, da oggi fino al 25 settembre, un grande spazio d’incontro, confronto e progettazione dedicato ai giovani attorno ad un ricco programma con tre parole chiave: pace, lavoro e futuro.

La risposta ha superato le aspettative. “Dovevano essere mille e invece sono più di 4milaaffermano gli organizzatori – i giovani che l’Italia continua a ignorare e che in questa vigilia della Marcia daranno vita alla tre giorni “1.000 giovani per la pace” ospitata a Bastia Umbra (PG). Si tratta di “un’università  della pace con lezioni e laboratori per mettere a punto la nostra idea di pace” – raccontano alcuni dei partecipanti provenienti da ben 114 città  di tutte le regioni italiane e coordinati da una ventina tra gruppi, reti e associazioni (tra le quali Acli, Terra del fuoco, Arci, Amnesty International, Associazione per la pace, Cipsi, Gruppo Abele e Libera).

Ma insieme ai giovani italiani ci sono anche molti protagonisti della “primavera araba” che stanno ancora lottando per la libertà , la democrazia e il rispetto dei diritti umani. “Ecco perché il meeting – ha spiegato il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali – è anche uno dei primi grandi incontri tra le due sponde del Mediterraneo post rivoluzionario. Vengono dalla Siria, dall’Egitto, dalla Tunisia, dall’Algeria, dal Marocco, dal Sahara, dalla Turchia, dalla Palestina e da Israele” con una presenza che è già  di per sé testimonianza di pace, al pari di quella di alcuni familiari delle vittime dell’11 settembre e della guerra in Afghanistan, e che rappresentano quella società  civile protagonista suo malgrado di tragedie che anziché fomentare l’odio diventano, qui a Bastia, esempi concreti “contro la guerra, il terrorismo e l’ingiustizia economica”.

Oltre alle testimonianze di chi la guerra l’ha subita, occasione unica per incontrare altri giovani, per confrontarsi e progettare insieme nuovi percorsi di pace, “Molti di questi ragazzi – raccontano gli accompagnatori – sono stati impegnati in un lungo percorso di analisi della manipolazione delle parole e di riscoperta dei valori che sono iscritti nella nostra Costituzione e che devono essere rimessi al centro della nostra vita”. Nonviolenza, giustizia, libertà , diritti umani, pace e responsabilità  diventano così le parole significative utili ad animare tutti i gruppi di lavoro che cercheranno di rispondere alle principali domande dei nostri giorni: “Come uscire dalla crisi e dalle crisi che stiamo vivendo? Perché ancora oggi si continua a morire di fame e di sete? Come sostenere chi sta lottando per la libertà  e la democrazia nel Mediterraneo? Come mettere fine alle tante guerre che stanno insanguinando il mondo? Come possiamo fare pace a scuola? Abbiamo diritto ad un lavoro? Come possiamo costruire la pace nelle nostre città ?”

“L’obiettivo dei lavori nei gruppi, ovviamente oltre lo scambio e l’approfondimento – hanno spiegato gli organizzatori – è la restituzione di un’idea di pace positiva e allargata, supportata dall’indicazione di azioni personali e collettive che si possono e vogliono fare nella direzione della realizzazione di questa pace”. Ecco perché anche le “prassi di pace” saranno tra i temi più sentiti del meeting e su cui si concentrano i laboratori che prenderanno spunto dall’incontro con numerosi esperti e personalità  del movimento pacifista, a cominciare da quello con i giovani del ’61, protagonisti della prima Marcia Perugia-Assisi.

L’impressione è che questo meeting possa rivelarsi un’iniziativa molto interessante per almeno due motivi: segna e lega molteplici percorsi educativi realizzati nelle scuole e nelle città  per riscoprire i valori costituzionali in occasione dei 150 anni della Repubblica e rappresenta un chiaro investimento sui giovani, chiamati a fare la loro parte, in prima persona, nella costruzione di un mondo migliore, abbracciando per primi uno degli slogan anche della Marcia di domenica: Be part of solution!.

Ma oltre alle “soluzioni” che il protagonismo dei ragazzi formulerà  in questi tre giorni, la prima e più importante testimonianza di questa giovane e pacifica staffetta lanciata alla Marcia di domenica è la partecipazione perché, ancora oggi, a 50’anni dalla prima Perugia-Assisi “se vogliamo provocare un nuovo futuro – fanno sapere i ragazzi da Bastia – dobbiamo superare ogni forma d’indifferenza, di individualismo, di inerzia e di rassegnazione. Ognuno di noi deve stare dentro la storia da protagonista, con la propria coscienza, sensibilità  e responsabilità ”. Un modo per ricordare, a chi ancora lo ignora, che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità  e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”, come ci spiega dal 1948 l’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Così mentre i 4mila giovani per la pace si stanno preparando alla Marcia di domenica non possiamo non pensare, con una buona dose di speranza e fiducia, alle parole di Aldo Capitini: “Un solo essere, purché sia intimamente persuaso, sereno e costante, può fare moltissimo, può mutare situazioni consolidate da secoli e far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio”. Domenica in marcia, di questi giovani “esseri”, siamo sicuri, ce ne saranno tanti.


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