Enti locali contro la manovra «Emendamenti inaccettabili»

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ROMA — Alemanno di governo ma molto più di lotta, in questa battaglia sentitissima dagli enti locali contro la manovra dell’esecutivo. Il sindaco di Roma, nella sua veste di presidente del consiglio dell’Anci, visita la sede del Pd — «bella e prestigiosa» —, insieme con gli altri amministratori incontra il segretario democratico Bersani, e poi, semplicemente, boccia le modifiche. Per lui gli emendamenti alla manovra peggiorano la situazione: «I nuovi testi sono inaccettabili. Sono contrario alla fiducia». L’emendamento per i piccoli Comuni «così come è formulato, è assolutamente inaccettabile. Abbiamo chiesto lo stralcio ma questo nuovo emendamento è persino peggiore del testo originario».
Una bocciatura su tutta la linea arriva al governo anche da Confindustria: «A quasi un mese di distanza dal monito della Bce la manovra che si sta faticosamente profilando appare debole e inadeguata. Mancano le misure strutturali. È squilibrata sulle entrate e non contiene misure adeguate per la crescita. Rinvia i tagli ai costi della politica, ma si tratta di tagli non rinviabili. Per coniugare il rigore dei conti e l’indispensabile crescita sono necessari interventi sul sistema pensionistico che ci portino a un livello di vita lavorativa in linea con i Paesi europei più avanzati; provvedimenti che riducano le tasse su chi produce, lavoratori e imprese, spostando il carico su tutto il resto, nulla escluso; privatizzazioni a partire dalle società  di servizi pubblici locali per liberarle dall’ingerenza politica e recuperare efficienza». Tensione tra i sindacati: la Cgil apprende da «indiscrezioni» di un «incontro clandestino» tra Cisl, Uil, Confindustria e il ministro del Lavoro Sacconi. La reazione della Cisl: «La Cgil inventa bugie». Sul palco di piazza Navona Cisl, Uil e Ugl si dicono contro la manovra e criticano Susanna Camusso per la scelta dello sciopero generale. Lei non cambia idea: «Modifiche inique, confermiamo lo sciopero».
Gli amministratori locali sono tutti molto critici: dal governatore della Lombardia, Roberto Formigoni — «federalismo seppellito, il governo dica ai cittadini che la situazione è così grave da non poter più garantire il trasporto pubblico» — a quello del Veneto, Luca Zaia, che chiede «un segnale di modifica, di volontà  di migliorare». Il presidente del Lazio, Renata Polverini, non ha dubbi: «Oggi si rompe la catena istituzionale. Viene confermato un taglio di 4,2 miliardi e non ci viene neppure detto dove si recuperano 1,8 miliardi. Temiamo che alla fine della fiera non ci sia copertura nemmeno per questi. Anche di fronte al dimezzamento avevamo detto che saremmo stati in enorme difficoltà , per noi sarebbe stato impossibile garantire i servizi. In questa condizione non sappiamo veramente da che parte cominciare…». Così Alemanno spiega che «l’Anci si rivolge a tutti i parlamentari, maggioranza e opposizione, perché la situazione è drammatica e va al di là  degli schieramenti politici». La posizione del sindaco di Roma non è troppo diversa da quella del primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia: «Vedo che la manovra subisce cambiamenti ogni due ore e non sono certo cambiamenti migliorativi. L’unica cosa che rimane sono i tagli agli enti locali. È inaccettabile. I Comuni devono già  far fronte alla riduzione di trasferimenti, dovuta alle finanziarie precedenti. Tutto questo è incomprensibile anche perché mette a rischio servizi essenziali per i cittadini. Un governo che non ha coraggio delle proprie azioni ma domanda agli enti locali il gravoso compito di fare i salti mortali con i propri bilanci, è un governo che non sa assumersi le proprie responsabilità ». Il presidente facente funzioni dell’Anci, Osvaldo Napoli: «Non c’è più la riduzione della metà  dei tagli, da 6 a 3 miliardi, che era stata annunciata. Rimangono 4,2 miliardi di tagli e per la riduzione di 1,8 miliardi non ci sono certezze di copertura, salvo un vago riferimento alla Robin Tax». Il leader dei presidenti di Regione, Vasco Errani, parla di «uno squilibrio inaccettabile tra i tagli allo Stato e quelli alle autonomie. Il giudizio che diamo all’incontro con il governo è negativo, non abbiamo avuto risposte». Dunque per lui, e forse per tutti gli amministratori locali, la manovra «va cambiata». Altrimenti ci sarà  «un conflitto istituzionale».


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