Cooperative sociali, “futuro grigio per l’occupazione”

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ROMA – “Il motore del sistema Confcooperative non si inceppa, ma è andato a singhiozzo. La ripresa c’è, ma è poco vigorosa e rimarrà  selettiva. Il gap dai livelli pre-crisi è tuttora ampio. Pesano le accresciute condizioni di accesso al credito, i ritardati pagamenti della PA che riprendono a crescere, i consumi interni molto deboli. Capitalizzazione delle cooperative messa ulteriormente alla prova dalla stretta fiscale decisa dall’ultima manovra finanziaria”. Così Vincenzo Mannino, segretario generale di Confcooperative riassume la diciannovesiama analisi congiunturale realizzata dal centro studi Elabora sulle 20.500 cooperative aderenti in riferimento al secondo quadrimestre 2011.

Accesso al credito. “Non c’è mai stata luna di miele tra cooperative e sistema bancario – si legge nell’analisi – L’accordo sulla moratoria dei debiti e alcune consolidate relazioni di fiducia reciproca instaurate in alcune aree territoriali avevano dato l’impressione di un allentamento della tensione. Con il riacutizzarsi delle turbolenze sulle piazze finanziarie non si è fatto attendere il deterioramento del rapporto tra istituti di credito e cooperative che si è tradotto in un aumento delle richieste di rientro (l’11,4%), in un nuovo irrigidimento dei criteri di accesso al credito (il 23,2% si è visto rifiutare la concessione di credito o ha ottenuto un importo inferiore a quello richiesto) e in un maggior costo del denaro (spread in rialzo per il 50% delle cooperative). Per l’anno prossimo prevale la prudenza sulla spesa per gli investimenti, stazionaria o addirittura in diminuzione per il 75,5% delle cooperative”. 

Ritardati pagamenti dalla PA. “Aumentano ancora i ritardi nei pagamenti. La liquidità  è peggiorata per 4 cooperative su 10, è rimasta uguale per 5 ed è migliorata per 1”.

Bene solo l’export UE, fermi i consumi interni. “L’insufficienza della domanda resta il maggiore ostacolo all’attività . Il mercato interno non aiuta. Solo 4 cooperative su 100 hanno valutato alto il livello della domanda interna. L’unica vera luce rimane l’export, finora motore della ripresa. Nonostante il rallentamento della crescita mondiale. Frenano le esportazioni nei mercati extra U.E., ma non delude la domanda nel mercato U.E. Solo il 16,7% ha giudicato bassa il livello della domanda estera”.

Fatturato: calo superiore alle previsioni. “È inferiore alla previsioni il recupero del fatturato: cala per 3 cooperative su 10; resta stabile per 5 su 10, cresce solo per 2. Questo trend trova riflesso nei prezzi di vendita. Da un lato, infatti, aumentano le cooperative costrette a rivedere verso il basso i propri listini ed è minore delle attese la percentuale di cooperative che ha ritoccato verso l’alto i prezzi”.

Occupazione: tiene l’occupazione, ma sono grigie le previsioni. Tiene l’occupazione: stabile per 7 su 10, cresce in 2 cooperative su 10. Si segnala un aumento di lavoratori stagionali (soprattutto in agricoltura e turismo) e di assunzioni nel settore della produzione e lavoro (piccola industria manifatturiera e dei servizi). Fatica, invece, la cooperazione sociale. I prossimi mesi saranno duri e ancora selettivi. Il peggioramento della congiuntura si riflette negativamente sulla crescita occupazionale. Se le prospettive occupazionali restano stabili, lo affermano 7 cooperative su 10, al netto dei lavoratori stagionali cresce il numero di cooperative che ridurranno la forza lavoro rispetto a quelle che l’aumenteranno».

Le previsioni: è ottimista solo 1 su 10. “Attende un peggioramento dell’economia nazionale il 44,5% del campione. Stessa percentuale (44,5%), per chi prevede un andamento stazionario. È ottimista solo 1 cooperativa su 10. Nonostante gli indicatori congiunturali segnino profondo rosso, nel Mezzogiorno si registra la quota più alta di ottimisti (il 22%) e quella più bassa di pessimisti (il 19,5%)”. “L’orizzonte delle attività  rimane corto. E, la maggioranza assoluta dei cooperatori delle micro e piccole cooperative dichiara di navigare a vista. Mai come in questa rilevazione si sono raccolti tanti “spero” e “speriamo”. “La domanda è stazionaria per 5 cooperative su 10, in calo per 2, in crescita per 2. Non si allenteranno le tensioni sui margini operativi. I prezzi di vendita delle cooperative non subiranno sostanziali variazioni (stabili per il 70,1%). E non assorbiranno alcuni rincari attesi dei costi di fornitura”.

 

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