Democratici stretti tra Grillo in crescita e la «corte» a Casini

Loading

Quasi tutti sondaggi li danno intorno al 5 per cento a livello nazionale. Nel giro dell’ultimo mese, poi, sono aumentati di mezzo punto. E un loro eventuale candidato in proprio potrebbe prendere il 6 per cento da solo. Sono dati che preoccupano non poco i dirigenti del Partito democratico. «Finora — ragiona Enrico Letta — il movimento 5 Stelle sfondava solo nelle grandi città . Ora si sta espandendo dappertutto». Il vice segretario confida i suoi timori a Pier Luigi Castagnetti, che concorda con lui. Poco più in là , nel cortile della Camera, un altro deputato del Pd, Giovanni Lolli, dà  voce a riflessioni analoghe: «Vedrete che quelli cresceranno e diventeranno un problema perché dovremo decidere come gestire il rapporto con il movimento cinque stelle».
Già , senza i grillini il centrosinistra potrebbe non vincere le elezioni, con loro potrebbe non riuscire a governare. Ed è su questo secondo aspetto che si sofferma Bersani: «Bisognerà  siglare un patto di governabilità  tra le forze del centrosinistra prima di andare alle elezioni insieme perché non possiamo fare il bis dell’Unione. Dobbiamo decidere il programma e attenerci a quello quando saremo alla guida del Paese». Il segretario del Partito democratico è convinto che non si possa fare altrimenti, pena il rischio di ripetere gli errori del passato: «E comunque — sottolinea Bersani — io non voglio fare la fine di Prodi». Ma riuscire a mettere insieme Grillo e Casini è una missione impossibile. E comunque non interessa al movimento 5 stelle. I grillini tengono a marcare le distanze con i partiti dell’opposizione. Potrebbero invece allearsi con il movimento che Luigi de Magistris sembra intenzionato a mettere in piedi, operando lo strappo definitivo con Di Pietro. È un’eventualità  che al Partito democratico temono e che non escludono.
Bersani, perciò, si trova stretto in una tenaglia. Da una parte deve lasciare uno spiraglio aperto all’Udc, anche perché gli ex ppi insistono su questo punto. Dice Beppe Fioroni: «Pier Luigi si ricordi che non è il segretario del Ds ma del Pd, non lo deve dimenticare sennò la ragione sociale del nuovo partito viene a mancare». Dall’altra, non può lasciare certi temi solo al movimento 5 stelle. Quindi la presenza dei grillini nel panorama elettorale condizionerà  inevitabilmente la linea del Pd. C’è chi ritiene — è il caso del governatore della Toscana Enrico Rossi — che non si possano scegliere candidati troppo moderati anche per questo motivo: lo prova il fatto che a Milano con Pisapia e a Napoli con de Magistris il movimento 5 stelle non ha inciso come ha invece inciso nelle elezioni Regionali del Piemonte e del Molise.
E la presenza dei grillini nello scenario politico rende inevitabile l’appuntamento con le primarie, che a questo punto diventano uno strumento per coinvolgere maggiormente gli elettori: «Io non ho paura di farle, chi lo dice racconta balle», assicura Bersani.


Related Articles

Pinotti, droni e padri padroni

Loading

Cambia verso. Ormai è chiaro che per il Pd demolire l’Art. 11 della Costituzione sul ripudio della guerra, non solo non è più un tabù ma costituisce un elemento fondativo della sua natura

Prodi, Amato ma anche il Professore Parte la corsa degli aspiranti al Colle

Loading

ROMA — Quando lo interpellano sul suo futuro, accennando al Quirinale, Prodi lascia trascorrere una decina di secondi prima di rispondere: «Dobbiamo parlare…». E già  questo è un modo di parlarne, per far capire senza compromettersi, per proporsi senza candidarsi. D’altronde non ne ha bisogno, il Professore è un candidato di fatto al Colle.

Mafia a Roma, storia di due carriere irresistibili

Loading

Protagonisti. Buzzi e Carminati, uno «rosso» e l’altro «nero». Vicende intrecciate con la storia recente. Il cooperante immerso fino al collo nel centrosinistra romano. Il neofascista mai stato nei Nar e neppure nella banda della Magliana

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment