Enac, D’Alema indagato per i voli sugli aerei Rotkopf
ROMA – Massimo D’Alema, presidente del Copasir e della “Fondazione Italianieuropei”, è indagato dai pm di Roma Paolo Ielo e Giuseppe Cascini per il reato di «finanziamento illecito a parlamentare». La contestazione riguarda cinque voli privati che, nel 2010, vennero gratuitamente messi a disposizione del leader del Pd dal fundraiser della sua Fondazione, Vincenzo Morichini, “lobbista rosso”, «facilitatore» di appalti pubblici travolto dall’inchiesta per corruzione che, in giugno, ha portato all’arresto dell’allora consigliere di amministrazione dell’Enac e «responsabile nazionale per il trasporto aereo» del Pd Franco Pronzato. Parliamo di una vicenda (di cui “Repubblica” ha già dato conto) che gira intorno a cinque tratte di “aero-taxi” che portarono D’Alema da Roma a Foligno, da Bari a Roma, da Lamezia a Roma, da Roma a Verona e da Roma a una località costiera della Croazia. Tutte effettuate a bordo dello stesso aereo: un “Cessna” monomotore turboelica della “Rotkopf Aviation”, società di proprietà di Viscardo Paganelli. Un imprenditore di cui Morichini era consulente e che, attraverso Morichini, proprio nel 2010, come la Procura ha accertato, aveva corrotto il pd Pronzato (40 mila euro) per acquisire da Enac i certificati di abilitazione al trasporto passeggeri del proprio aereo e gli slot che gli avrebbero assicurato le rotte tra l’Isola d’Elba e gli aeroporti di Pisa e Firenze.
Assistito dal suo legale Gianluca Luongo, D’Alema è stato interrogato una diecina di giorni fa. E ai pm Ielo e Cascini ha giustificato quei passaggi aerei gratuiti – che gli vengono contestati quale «utilità personale» per un valore di circa «7 mila euro» – spiegando che si trattò di un servizio messo a sua disposizione da Morichini con argomenti che non lo rendevano «né sospetto», «né potenzialmente illecito». Nella ricostruzione di D’Alema, le cose sarebbero infatti andate così. Nel 2010, Morichini si presenta alla Fondazione, sostenendo che sta per diventare presidente della “Rotkopf Aviation” e che questo incarico gli riconosce un pacchetto di ore di volo gratuite sul Cessna della società . Un benefit – aggiunge Morichini – che non avrebbe sfruttato e che pertanto era pronto a cedere a D’Alema, «qualora ne avesse avuto bisogno». E di cui D’Alema effettivamente usufruì.
«Un chiarimento che ci lascia assolutamente tranquilli», spiegava ieri l’avvocato Luongo. Compatibile con gli atti acquisiti nell’istruttoria, coincidente con la ricostruzione offerta alla Procura dallo stesso Morichini e che – almeno sotto il profilo penale – dovrebbe consentire a D’Alema di chiudere la vicenda con una archiviazione. La legge sul finanziamento illecito prevede infatti che, per esserci un reato, «l’utilità ricevuta dal parlamentare» (in questo caso i voli) debba essere stata messa a disposizione da una società che non ha provveduto a registrarla in bilancio. E non sarebbe questo il caso, perché a offrire i voli sarebbe stato appunto Vincenzo Morichini quale “persona fisica”. Nei prossimi giorni, la decisione dei pm.
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