Grecia. Quattro giorni d’inferno

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Questo giovedì sarà  un giorno infernale per il governo. Dopo il no gridato da migliaia di greci ieri nelle manifestazioni ad Atene e in molte altre città , la maggioranza socialista deve votare altre misure di austerity. Anche se questa maggioranza ha detto di sì in prima lettura, dei voti contrari sono sempre possibili. E alcuni deputati ed ex ministri hanno già  annunciato che voteranno contro.

Il governo trema ancora davanti alle immagini delle folle di ieri e alla forte partecipazione allo sciopero. Tuttavia deve fare di tutto per far passare questa legge e andare a Bruxelles impugnando argomenti forti. Perché al vertice europeo di domenica saranno in discussione la ristrutturazione del debito greco e il futuro del paese per molti anni a venire.

Anche la prossima domenica sarà  una giornata infernale per la Grecia e l’intera Europa, perché sarà  verificata la capacità  dei partner europei di tenere sotto controllo le minacce della crisi sulla zona euro e oltre. Oltre alla Grecia, al Portogallo, all’Irlanda, la crisi minaccia ormai anche l’Italia, e la Francia è sotto lo scrutinio delle agenzie di rating. È un importante campanello d’allarme per l’Ue.

Il pericolo che incombe sulla costruzione europea è bene evidenziato da uno dei padri fondatori dell’Europa, che ha denunciato la partita di poker in corso fra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy e che ha cercato di mostrare come l’Europa non sia minacciata tanto dai paesi che hanno problemi di debito, ma da quelli che hanno smarrito lo spirito europeo nel momento in cui il progetto ha cominciato a cambiare.

Domenica a Bruxelles saranno forse decise le sorti della Grecia e il destino delle generazioni future. Ma sarà  in gioco anche quello dell’eurozona. A meno che i suoi leader non sappiano smentire Jacques Delors. (traduzione di Andrea De Ritis)


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